giovedì 7 settembre

di | 6 Settembre 2017
tondo-ISACCO

icona di Isacco

 Genesi  25,19-34                                           

 19 Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. 20 Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l’Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano l’Arameo. 21 Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22 Ora i figli si urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?». Andò a consultare il Signore. 23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo». 24 Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. 25 Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero. 27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. 28 Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe. 29 Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. 30 Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. 31 Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». 32 Rispose Esaù: «Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». 33 Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. 34 Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.

Commento

L’esperienza della sterilità delle donne di Israele nella sacra scrittura è il luogo, o meglio, uno dei luoghi dove si manifesta il dono di Dio. cerco di spiegare meglio. Non è che ogni forma di minorità o di povertà provoca il dono di Dio, quasi che per avere un dono di Dio bisogna essere poveri. È invece la consapevolezza della povertà che diventa invocazione a Dio che mette in movimento Dio stesso con i suoi doni. Tanto è vero che il testo di oggi dice che Isacco supplicò il Signore a favore di sua moglie Rebecca che era sterile.  La domanda che Rebecca fa circa i due fratelli gemelli che litigano nel grembo materno nella versione che abbiamo non è molto corretta e sembra quasi che Rebecca un poco si rifiuti di accogliere i due gemelli. Possiamo invece tradurre così: Se così per me deve essere, perché mai a me questo? Quasi a dire: io non capisco questo litigio, ma accetto e chiedo una spiegazione a Te Dio. vale sempre la pena di invocare, chiedere a Dio, vale sempre la pena mettere nelle sue mani i nostri dubbi. I due gemelli, Esaù e Giacobbe sono i capostipiti di due popoli in litigio perenne tra loro. La madre non prende le parti di uno  o dell’altro, ma sta nel mezzo mediando.  La vicenda della primogenitura rubata da Giacobbe, il figlio minore, a Esaù, il figlio maggiore non è da intendere in senso moralistico, ma nel senso che il minore, il piccolo, quello che non ha niente, cerca in tutti i modi di portare a casa qualcosa per lui. Incontro tanti piccoli  e poveri, non ho una visione romantica del povero e del volontario, ma una visione realistica: il povero per campare si industria, si fa furbo. Questa è la realtà. E mi dispiace che esistono tanti maestri che vogliono normalizzare i poveri rendendoli buoni, quando i presunti giusti possono agire indisturbati e non devono mai cambiare.

Preghiamo

Preghiamo per tutti poveri

3 pensieri su “giovedì 7 settembre

  1. sr Alida

    Vale sempre la pena invocare il Signore e mettere nelle sue mani quegli
    eventi ,che non comprendiamo di noi e di altri ..e l’accortezza ,a non perdere i valori per cose da poco .( es .primogenitura e piatto di minestra .).mi unisco alla preghiera per tutti i poveri ..
    Ricordo mia nipote Rosi nel giorno del suo 16°compleanno …

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  2. . Elena

    Litigi tra fratelli e posizioni di madri. Ce n’è da pensare, da meditare…A volte davvero resta solo Dio, a cui chiedere aiuto, consiglio, soccorso… Scorrettezze, ruberie, inganni, svendite. Anche rispetto a questo e a ciò he muove dentro e intorno la povertà c’è molto da pensare e meditare. Senza giudizi facili e pregiudizi, affidiamo al Signore ogni miseria e ogni persona bisognosa della sua presenza. La nostra umanità è misera….
    Auguri a Rosy nei suoi splendidi e difficili 16 anni! Preghiamo per Nicoletta e Gigi che hanno deciso di sposarsi e di sostenersi nella malattia e nella precarietà reciproca.

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