giovedì 7 maggio

di | 6 Maggio 2020

Lc 22,21-23            

21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

Commento

Nel momento più importante come è l’ultima cena, nel momento di massima comunione tra Gesù e i suoi amici, vi è una mano che tradisce e quella mano è con Gesù sulla tavola. Troppe volte è dall’interno che succedo che le cose più difficili. Non nascono da fuori, ma da dentro di noi e là dove ci sono le relazioni più profonde. L’estraneo non è interessato a tradire, l’amico se vede tradite le sue attese, può tradire lui stesso. Così ha fatto Giuda. Se ci ricordiamo le parole “Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici” (Luca 22,3) coglieremo tutta la drammaticità di questo momento, che Gesù commenta con una Parola che esprime dolorosa compassione più che giudizio: “…guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito”. Senza dubbio Giuda si manifesta quasi come vittima necessaria di questi eventi. Un’esistenza confinata all’estremo negativo della vicenda umana. E a questo punto Luca ci regala un’osservazione straordinaria, che ci costringe a sospendere un giudizio che sarebbe pericolosamente esposto ad un’identificazione e ad un giudizio dal quale invece nessuno può dichiararsi indenne! “Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo”. Dunque, la Parola detta da Gesù non concede nessuna facile liberatoria e assoluzione ma, al contrario, coinvolge tutti! Dobbiamo forse lasciare sospeso il significato di quel “domandarsi l’un l’altro”, oscillante tra una riflessione che coinvolge tutti e una discussione non meno drammatica. A noi resta, mi sembra, un avvertimento di estrema delicatezza e un invito ad un atteggiamento interiore ed esterno di assoluta umiltà: nessuno può tranquillamente assolversi ed esentarsi, a partire proprio da chi più è stato visitato e coinvolto nella conoscenza e nella comunione con il Figlio di Dio. Possiamo infine notare che Giuda continua a rimanere con tutti gli altri, partecipe degli stessi pensieri e delle stesse parole.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i giovani

3 pensieri su “giovedì 7 maggio

  1. sr Alida

    Riconoscere in umiltà che facciamo parte dello stesso momento che Gesù vive e non capiamo il mistero che si svolge per donare la vita per noi .Con voi prego per tutti i giovani .

    Rispondi
  2. sr rita

    Cercare il colpevole fuori o dentro di noi? E con “dentro di noi” non intendo solo” tra i nostri”, ma proprio dentro di noi, dentro di me, dove è sempre in agguato un Giuda o un Pietro o gli altri che se ne vanno abbandonando Gesù nell’ora della passione e morte.
    Signore di anche a noi: “tu l’hai detto” affinché possiamo conoscerci per quello che siamo e cercare nel tuo sguardo lo sguardo di misericordia che redime.
    Una preghiera per Sergio, un nostro vicino di casa che è molto grave.

    Rispondi
  3. Elena

    Prego con voi perché ciascuno di noi possa guardarsi dentro liberamente e con umiltà e trasparenza. Nessuno è indenne e a tutti l’occasione può accadere di scivolare nell’errore, nel tradimento, nel rinnegare, nel giurare e spergiurare. Nessuno è indenne. Una preghiera per Sergio.

    Rispondi

Rispondi a sr Alida Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.