Giovedì 7 giugno

di | 6 Giugno 2018

profeta geremia icona Ger 48,21-33                                               

21 E` arrivato il giudizio per la regione dell’altipiano, per Colòn, per Iaaz e per Mefàat, 22 per Dibon, per Nebo e per Bet-Diblatàim, 23 per Kiriatàim, per Bet-Gamùl e per Bet-Meòn, 24 per Kiriòt e per Bozra, per tutte le città della regione di Moab, lontane e vicine. 25 E` infranta la potenza di Moab  ed è rotto il suo braccio. 26 Inebriatelo, perché si è levato contro il Signore, e Moab si rotolerà nel vomito e anch’esso diventerà oggetto di scherno. 27 Non è stato forse Israele per te oggetto di scherno? Fu questi forse sorpreso fra i ladri, dato che quando parli di lui scuoti sempre la testa? 28 Abbandonate le città e abitate nelle rupi,  abitanti di Moab,  siate come la colomba che fa il nido nelle pareti d’una gola profonda. 29 Abbiamo udito l’orgoglio di Moab, il grande orgoglioso, la sua superbia, il suo orgoglio, la sua alterigia, l’altezzosità del suo cuore. 30 Conosco bene la sua tracotanza – dice il Signore – l’inconsistenza delle sue chiacchiere, le sue opere vane. 31 Per questo alzo un lamento su Moab, grido per tutto Moab, gemo per gli uomini di Kir-Cheres. 32 Io piango per te come per Iazèr, o vigna di Sibma! I tuoi tralci arrivavano al mare, giungevano fino a Iazèr. Sulle tue frutta e sulla tua vendemmia è piombato il devastatore. 33 Sono scomparse la gioia e l’allegria  dai frutteti e dalla regione di Moab. E` sparito il vino nei tini, non pigia più il pigiatore, il canto di gioia non è più canto di gioia.

Commento

Continuano le parole di giudizio sulle varie città e ancora una volta tornano i moabiti che già abbiamo visto ieri. Tutti i nomi qui descritti dicono l’universalità del giudizio, del cambiamento, del mondo nuovo. Tutti sono coinvolti ,nessuno è escluso.  Si aggiunge un particolare in apparenza insignificante, ma fondamentale: viene descritta la superbia altezzosa del popolo dei moabiti. L’ultima parte del nostro brano ci dona una notizia particolarmente preziosa che definirei “il pianto di Dio”. Mi sembra infatti si debba attribuire a Lui la triplice affermazione:”alzo un lamento su Moab…grido per tutto Moab…Io piango per te…”. Noi conosciamo molto bene questo pianto divino che Gesù celebrerà su Gerusalemme il giorno del suo ingresso nella città della sua morte e risurrezione. Esso esprime uno straordinario intreccio tra il peccato del popolo, il giudizio divino, e la partecipazione dolorosa di Dio al peccato e al giudizio del popolo. Da sempre e fino all’ultimo giorno Dio alzerà un lamento e un pianto per tutti i popoli della terra che subiscono ingiustizie.

Preghiamo

Preghiamo per Gigi

3 pensieri su “Giovedì 7 giugno

  1. sr Rita

    Che al pianto di Dio sui popoli si unisca la sensibilità nostra e dei politici di oggi perché non ci sia chi vive in situazione di vergogna e miseria.

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  2. . Elena

    Credo che Dio pianga troppe volte sulle nostre ingiustizie, sul nostro devastarci per fini ancora così meschini e violenti contro un’umanità innocente e impotente…. Perché i nostri occhi non guardano ancora, le nostre orecchie non ascoltano ancora, i nostri cuori restano chiusi sui nostri piccoli e grandi interessi? Quanto deve piangere ancora il Dio della pietà?
    Preghiamo per le popolazioni che subiscono ingiustizie, violenze e corruzioni. E vedono morire dignità e umanità.

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  3. Anonimo

    Mi consola pensare che Dio non dimentica chi soffre dando loro possibilità di riscatto, Dio e con gli umili ed è al loro fianco, Lui è il Signore della Vita e coloro che Lo hanno a fianco sono vincitori e non vinti come appaiono nel mondo.

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