giovedì 7 gennaio

di | 6 Gennaio 2021

qoelet 1,12-18

12Io, Qoèlet, fui re d’Israele a Gerusalemme. 13Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio ha dato agli uomini, perché vi si affatichino. 14Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. 5Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare. 16Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io sono cresciuto e avanzato in sapienza più di quanti regnarono prima di me a Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza». 17Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho capito che anche questo è un correre dietro al vento. 18Infatti: molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere aumenta il dolore.

Commento

Uno dei temi di qoelet è quello dell’impegno a ricercare, esplorare la sapienza e tutto quanto c’è sotto il cielo. A volte dice sotto il sole, ma possiamo intendere queste parole come: tutto quanto esiste sulla terra, tutto quanto si può provare a conoscere in questo mondo. Ma tutta questa conoscenza e saggezza è precaria è un correre dietro al vento. Non vuol dire che è inutile, vuota, ma che il saggio deve aver coscienza che tutto quanto è precario, che tutta la sapienza umana, oltre ad essere una grande fatica è anche una conoscenza che porta a vedere il dolore del mondo. L’autore guarda le cose da un punto di vista umano e arriva all’affermazione che non esiste una conoscenza certa, definitiva, onnisciente, che sa tutto. Esiste il limite e l’uomo deve stare nel limite di questa conoscenza. Addirittura ci sono due affermazioni che meritano attenzione: ciò che è storto non si può raddrizzare, qoelet prende atto che ci sono delle cose che sono così e non si cambiano. E poi alla fine alla conta manca sempre qualcosa, non riesco a contare tutto. Pessimista? Io credo realista. Conosce il limite e vuole rimanere in quel limite.

Preghiamo

Preghiamo per Chiara

2 pensieri su “giovedì 7 gennaio

  1. Elena

    Quanto più si conosce, tanto più grande è il dolore. Mi ha colpito molto questa frase finale del brano odierno. Ricordo un’affermazione della mia maestra che disse a mia madre che la sensibilità e l’empatia verso gli altri procurano grandi gioie e grande dolore. Anche questa, credo, sia una lettura di realtà, come già gli altri argomenti affrontati. Sì legge la vita, si legge il percorso di ogni uomo o dell’umanità intera e non si può non provare dolore per ciò che la vita riserva, per ciò che di iniquo la sporca e la contamina, per le ingiustizie o anche solo per la malattia, le catastrofi, la morte. È nel sapere che accresciamo consapevolezza e dolore… Chi non sa, chi resta nel proprio, conosce solo una piccola parte di vita, e anche di dolore. Il proprio. Chi abbraccia l’umanità e se ne fa carico, accoglie anche la fatica ed il dolore di chi incontra….
    Ma questa è la vita che scegliamo o meno di vivere…
    Prego insieme a voi per Chiara.

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  2. sr Alida Pirola

    Tutto provvisorio.. Aiutaci Signore nella comprensione dell’effimero, del nostro limite e delle nostre possibilità. Aiutaci a conoscere e sapere le cure e ciò che occorre per partecipare al dolore e alla gioia degli altri.. A costruire la vita di bene e di ciò che non passa.. Ci rimanga la luce.,la pace, la gioia del Natale come i Magi e i pastori che al vedere la stella e poi Gesù gioirono… Ti prego Signore per chi ti cerca e per chi non ti cerca…. E per Chiara.

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