giovedì 4 giugno

di | 3 Giugno 2020

At 1,12-14                                                                   12 Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. 13 Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. 14 Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

Commento

Questo è uno dei primi “Quadri” della chiesa primitiva. Dove per quadri intendo una descrizione quasi pittorica della prima comunità di Gerusalemme. Siamo intorno all’anno 35 d.c., a Gerusalemme. Presso il cenacolo, la stanza al piano superiore si raccolgono i discepoli, le discepole e Maria. Forse il cenacolo non è più solo un luogo fisico, ma un luogo simbolico, forse inizialmente i discepoli si trovavano proprio lì, ma poi il cenacolo divenne ogni luogo dove i discepoli e i credenti si trovavano. Era il luogo dove si era celebrata l’ultima cena, quindi ogni luogo dove  i credenti si trovavano aveva come scopo quello di celebrare e vivere l’eucarestia come dono di vita, come servizio. Ogni nostra casa è diventata in questo tempo di chiusura delle chiese un ipotetico cenacolo, nella misura in cui ha fatto memoria del pane dell’eucarestia donato nel servizio di ogni giorno. La chiesa famiglia, la chiesa domestica trova in queste parole il suo modello iniziale. Oltre al cenacolo vi era un’altra caratteristica: la perseveranza nella preghiera. Perseverante vuol dire costante. I dodici, con le donne e i fratelli di Gesù erano costanti nella preghiera. Ecco che cosa emerge in questo primo quadro della chiesa di Gerusalemme. Ma la preghiera non è solo perseverante, ma anche concorde, cioè unanime, comunitaria, che fa chiesa. . La preghiera quindi, non come “conseguenza”, ma come presupposto e grembo fecondo di ogni altro evento, e di ogni altra considerazione. Il volto oggettivamente più profondo della comunione fraterna. Anche tra gli sposi. Anche in famiglia.

Preghiamo

Preghiamo per le nostre famiglie

3 pensieri su “giovedì 4 giugno

  1. Sr. Rita

    Al di lá della imagine poética e Bella della comunita’ Cristiana gli elementi della preghiera e della perseveranza dicono bene il clima di fraternita ‘ e comunione. Piccole O grandi Che siano lê nostre comunita’ siano davvero un cenacolo abitato Dalla comunione.

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  2. Elena

    Essere uniti, nell’umiltà e nella gioia di una comunità, che sia in casa, in chiesa o per la strada…Essere uniti in un obiettivo, in un lavoro, nella preghiera, ci rende comunità. Che possiamo accogliere ciascuno nelle nostre comunità, come un fratello o una sorella per condividere quello Spirito che il Signore ci ha lasciato di Sé e per fare generare tutto il buono ed il bello del nostro essere cristiani!

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  3. sr Alida

    Questo piano superiore mi dice molto ,vorrei in ogni luogo e in ogni gesto rimanere unita coi piedi per terra a questo piano ,ove ogni luogo o relazione in tutta umiltà diventa un cenacolo di tenerezza ,di misericordia di amore dato e ricevuto .prego il Signore perchè possano divenire cosi le nostre famiglie e comunità …Magari con lo sguardo a Maria Sua Madre che ha vissuto questo ….

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