giovedì 29 luglio

di | 28 Luglio 2021

Lc. 10,25-28

25 Ed ecco, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Nella legge che cosa sta scritto? Come leggi?» 27 Egli rispose: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gesù gli disse: «Hai risposto esattamente; fa’ questo, e vivrai». 29 Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?»

Commento

Stiamo arrivando passo dopo passo alla parabola del buon samaritano. Questi versetti sono come l’introduzione alla parabola. Inizialmente il protagonista è un dottore della legge, cioè uno che ne sa abbastanza della parola e della legge di Mosè. È lui che pone la domanda fondamentale, quella che vale tutte le domande: che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?  Potremmo tradurre così questa domanda: che cosa fare per avere la vita, quella vera, quella in pienezza?  Questa è la domanda sulla felicità, sulla ricerca della felicità.  Gesù inizialmente lo rimanda alla legge con i suoi 635 precetti. Il dottore della legge riesce ad individuare tra tutti questi precetti quello centrale: l’amore per Dio e per il prossimo. Notiamo come, mentre nella legge questi due precetti sono separati e ben distinti, qui trovano unità. Sono una cosa sola, non si può amare il prossimo senza amare Dio e non si può amare Dio senza amare il prossimo. L’unico comando è quello dell’amore. Il dottore della legge conosce bene i precetti, ma ne fa non una questione pratica, ma teorica, ne fa una questione di discussione. Tanto è vero che alla fine il dottore della legge chiede a Gesù chi è il prossimo. Vedete come il dottore della legge va avanti per ragionamenti e non per gesti concreti?  Chi mi è vicino, chi ama il prossimo, ma anche chi sa voler bene alla mia vita, chi non mi lascia solo nella fatica della vita. Quasi che esista una reciprocità dell’amore per il prossimo. Io amo il prossimo, il prossimo è vicino a me.

Preghiamo

Preghiamo per lo Yemen il paese più povero al mondo e  in guerra dentro una situazione difficile tra tante fazioni diverse e tante grandi potenze che si contendono il controllo del paese.

2 pensieri su “giovedì 29 luglio

  1. sr Alida

    Amare è un verbo così significativo, contiene così tanti gesti concreti, che sono lavoro di cuore… Non si ama mai abbastanza e mi piace la parola”cammino” anche qui. Cammino verso Dio e verso noi, verso chi ci cammina a fianco, verso chi è più lontano. E sapersi amati dal Signore è guida ad amare. Fa Signore che ci sentiamo amati da Te così da amare anche noi… Ti preghiamo oggi per lo Yemen..

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  2. Elena

    A volte rivolgiamo a Dio parole faziose, parole-tranello, domande che denudano le nostre intenzioni. Rivolgiamo a Dio il nostro vuoto, la nostra piccolezza. E Il Padre, attraverso Gesù riempie il vuoto, restituisce pienezza e giustizia però… Ci chiede di collaborare, di entrare nella generatività del Suo amare, nella pienezza della relazione con Lui. E coinvolge tutto il creato. Tutto ciò che va messo in relazione con ciascuno di noi sul piano fisico, mentale, spirituale, emozionale. E la risposta di Dio non esclude nessuno dalla Sua pienezza e dal Suo Amore. Ci viene restituito e nello stesso tempo chiesto molto!

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