giovedì 27 settembre

di | 26 Settembre 2018

la notte della sapienza chagallqoelet 6,7-12

7]Tutta la fatica dell’uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia. [8]Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi? [9]Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un inseguire il vento. [10]Ciò che è, gia da tempo ha avuto un nome; e si sa che cos’è un uomo: egli non può competere con chi è più forte di lui. [11]Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v’è per l’uomo? [12]Chi sa quel che all’uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come un’ombra? Chi può indicare all’uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?

Commento

Se vi è questo sfondo che incombe della morte, qoelet di fronte ad essa si pone tutta una serie di domande: in che cosa consiste la bontà che mi permette di godere della vita? Qual è il bene che mi può rendere felice fino alla morte e che cosa mi può far dire: “ confesso che ho vissuto?”  noi pensiamo oggi di esserci riconciliati con il piacere, con il godere la vita, pensiamo di avere trovato le risposte a tutte queste questioni. Qoelet che è ben più saggio di tutti noi lascia come in sospeso sia le domande che le risposte. Qui in questo testo si conclude la prima parte del libro di qoelet e si conclude con la domanda sulla felicità. Qoelet come tutta la bibbia non ha affermazioni unilaterali, chiare, assolute. La bibbia è dialettica, scruta ogni cosa, vede una verità, ma ne accetta anche il suo contrario. Non è dogmatica, ma aperta alla scoperta. La bibbia ci mette di fronte alla complessità della vita e di conseguenza al fatto che non esiste riposta alla domanda sulla felicità e sulla morte. Ma qoelet cerca anche di aggrapparsi a qualcosa di concreto. È vanità anche continuare a farsi domande. Il saggio cerca allora un qualcosa dentro l’esperienza della vita che vada oltre la semplice domanda, un qualcosa di solido, di resistente, di chiaro. Sotto il sole la vita è fatta di domande, risposte, azioni concrete, esperienza. La vita è fatta per essere vissuta in pienezza con tutte le sue contraddizioni.

Preghiamo

Preghiamo per la chiesa

3 pensieri su “giovedì 27 settembre

  1. sr Rita

    Tutta la fatica dell’uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia.
    La bocca come simbolo della voracità, del desiderio sfrenato di ogni piacere. La fatica per il piacere. Ma quale piacere? E quanto dura?
    Ci sia dato imparare a orientare i nostri desideri, a gustare il piacere bello del vivere in tante sue espressioni. Ma anche siamo liberati dalla voracità che consuma tutto, in ogni momento.

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  2. srAlida

    Un conto è vivere, un conto è vivacchiare , che cosa mi rende veramente felice ?La vita è per essere vissuta in tutte le sue espressioni sofferte e gioiose …possibilmente senza fretta ,di desiderare e gustare tutto e subito ,vivace si ,ma con un po di equilibrio e di attesa ..Si imparare ad orientarci al vero Bene ,al bello ,riconoscenti al Signore che sempre dona opportunità .
    Mi unisco alla preghiera per la chiesa .

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  3. . Elena

    La vita e l’uomo sono tutto e il contrario di tutto, in ognuno convivono luci ed ombre, nell’esperienza di ciascuno c’è il mistero del bene e del male. A volte questo ci inquieta, ci spaventa. A volte scegliamo a volte scivoliamo. Anche questa è la nostra vita in cui tutto passa. Essere consapevoli e riconoscerci in ogni uomo è saggio, vivere di contraddizioni e di voracità no. Che il Signore ci tenga vicini a Sé, perché da soli, davvero siamo ben poca cosa…
    Preghiamo per la chiesa e per Anna, che attraversa un periodo molto difficile e doloroso.

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