Giovedì 23 giugno

di | 22 Giugno 2016

home2 Marco 14,53-65                                                                      

 53 Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54 Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.55 I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56 Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57 Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58 «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». 59 Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60 Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61 Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62 Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».63 Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64 Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.65 Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

Commento

Ci addentriamo sempre più nel racconto della passione. Oggi vediamo il motivo della condanna a morte di Gesù. È vero che non c’è accordo nelle varie testimonianze, ma il capo d’accusa viene formulato: il Cristo il figlio del Dio benedetto. L’interrogatorio è diviso in due parti la testimonianze e la domanda rivolta al Signore. Gesù Davanti alle false testimonianze su quello che Egli avrebbe detto o vorrebbe fare, tace. E invece parla quando a interrogarlo è il sommo sacerdote, che si alza in mezzo all’assemblea. Gesù rispose: “Io lo sono!…”. Solo Marco è così netto in questa dichiarazione di Gesù.  Ma quello che Gesù dice di sé, la rivelazione del suo mistero, è lo scandalo di chi l’ascolta e la ragione forte della sua condanna a morte: “Tutti sentenziarono che era reo di morte”. Consideriamo con attenzione questo dato: il cuore della nostra fede cristiana è lo scandalo supremo che porta Gesù alla Croce. Insisto su questo, perché credere questo o scandalizzarsi per questa parola è “dramma” che accompagna la nostra stessa piccola e povera fede. L’uomo Gesù, il Crocifisso, è Dio! Signore, soccorri la nostra incredulità!

Preghiamo

Preghiamo per chi oggi si trova ad essere condannato ingiustamente.

2 pensieri su “Giovedì 23 giugno

  1. sr Rita

    A Gesù non importa quello che gli altri testimoniano contro di lui. – A noi in genere importa molto il giudizio degli altri soprattutto se è negativo! – a quando gli si chiede di dire qual è la sua identità di figlio di Dio, Gesù non si attarda e dice chiaramente: Si, io lo sono. Sapere chi siamo, riuscire a dire chi siamo anche nelle situazioni più tragiche quando sembra che neppure valga la pena dire la nostra identità…è una libertà da chiedere e da conservare. Il Signore ci aiuti a sapere chi siamo e a dire con le parole e con la vita chi siamo veramente. Continuo a pregare per Padre Pedrinho: questa mattina si è svegliato dal coma…pare ci siano miglioramenti. Il Signore ci ascolti e abbia pietà dei suoi poveri. Grazie anche a voi che pregate con noi.

    Rispondi
  2. Elena

    Poche parole, quelle di Gesù, ma che restano il cuore della nostra fede. Il Cristo, figlio di Dio… Tutto ha inizio e tutto si conclude in Lui. Egli fa nuove tutte le cose e la prospettiva di Gesù nelle nostre singole esistenze, è una prospettiva che cambia non solo lo sguardo,ma proprio la nostra esistenza! Agisci in noi il tuo essere figlio di Dio, Gesù. A volte non ti riconosciamo, accecati da mille altri riflessi o dal buio delle nostre stesse paure, ma Tu agisci in noi e rendi nuovi i nostri giorni. Ti affidiamo Padre Pedrinho, Tu sai cosa gli chiedi e cosa puoi fare per lui e la comunità che lo aspetta. Ti ricordo Giulio ed i suoi figli, ti ricordo le vittime di ingiustizie umane ed errori, una preghiera per Federica nel giorno del suo compleanno….

    Rispondi

Rispondi a Elena Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.