giovedì 22 novembre

di | 21 Novembre 2018

giobbe - francesco bettiGB 8,1-15

[1]Allora prese a dire Bildad il Suchita:

[2]Fino a quando dirai queste cose
e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca?
[3]Può forse Dio deviare il diritto
o l’Onnipotente sovvertire la giustizia?
[4]Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui,
li ha messi in balìa della loro iniquità.
[5]Se tu cercherai Dio
e implorerai l’Onnipotente,
[6]se puro e integro tu sei,
fin d’ora veglierà su di te
e ristabilirà la dimora della tua giustizia;
[7]piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
di fronte alla grandezza che avrà la futura.
[8]Chiedilo infatti alle generazioni passate,
poni mente all’esperienza dei loro padri,
[9]perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo,
come un’ombra sono i nostri giorni sulla terra.
[10]Essi forse non ti istruiranno e ti parleranno
traendo le parole dal cuore?
[11]Cresce forse il papiro fuori della palude
e si sviluppa forse il giunco senz’acqua?
[12]E’ ancora verde, non buono per tagliarlo,
e inaridisce prima d’ogn’altra erba.
[13]Tale il destino di chi dimentica Dio,
così svanisce la speranza dell’empio;
[14]la sua fiducia è come un filo
e una tela di ragno è la sua sicurezza:
[15]si appoggi alla sua casa, essa non resiste,
vi si aggrappi, ma essa non regge.

Commento

Dopo il primo dialogo con Elifaz, ora è il secondo degli amici a prendere la parola: «Bildad di Suach prese a dire: “Fino a quando dirai queste cose e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca. Bildad, per non mettere in discussione la giustizia di Dio, è costretto a negare la rettitudine di Giobbe e dei suoi figli. Per la sua etica, astratta e senza umanità, se i figli (e Giobbe) sono stati puniti dovevano avere peccato. La sua idea di giustizia divina e di ordine lo porta così a condannare e a tradire l’uomo. E invece sono molti i figli a morire senza nessuna colpa, ieri, oggi, sempre. Il poema di Giobbe è un test sulla giustizia di Dio, non su quella di Giobbe, che ci viene rivelata già dalle prime righe del prologo. È Elohim che deve dimostrarci che è veramente giusto nonostante il dolore degli innocenti. Ma questo è il percorso di Giobbe, non degli amici. Gli amici, compreso Bildad, vanno alla ricerca della colpa e del colpevole.

Preghiamo

Preghiamo per tutti gli ammalati.

3 pensieri su “giovedì 22 novembre

  1. sr Rita

    ….piccola cosa sarà la tua condizione di prima,
    di fronte alla grandezza che avrà la futura.
    Riprendo dopo la settimana di ritiro che è stata una bella occasione per ri-posare il cuore e la vita là dove restare. Una settimana dove si sono intrecciati riposo, silenzio, meditazione della Parola, preghiera e lunghe camminate nell’acqua sulla spiaggia dell’Atlantico. Senza predicatore fisico, ma presente con le dispense di un corso di esercizi. Ho pregato anche per voi tutti. Ora il nostro Giobbe alle prese coi suoi amici…un lungo cammino che permetterà a Giobbe di rivelare la sua fede in Dio e a noi di ritrovarci nella teoria o vacuità dei discorsi fatti dai suoi amici. Il dolore non perdona: o li assume o ci schiaccia. Non va cercato, a neppure si può pretendere di eliminarlo. In Giobbe pria e in Gesù poi vediamo il cammino purificatore e salvifico del dolore assunto con la sapienza della fede.

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  2. srAlida

    Se tu cercherai Dio ..l’Onnipotente ..fin d’ora veglierà su te e ristabilirà….piccola cosa sarà la situazione di prima di fronte alla grandezza di quella futura ….Ricercare di nuovo Dio ,porta con sè la forza ricevuta ,dopo ogni crisi positiva ,dopo la sofferenza che in fondo non ha perso la speranza,un riporre la fiducia in Lui ,che ha sempre un motivo per ristabilirci …e di volerci figli Suoi….La Sua presenza sia tale anche per gli innocenti di oggi …..Grazie sr Rita ,per averci portato con te nella preghiera ,mi unisco a pregare per tutti gli ammalati e per quanti sappiamo bisognosi di preghiera …

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  3. . Elena

    Troppe volte cerchiamo il responsabile di, il colpevole di, le ragioni per cui….
    La vita non può essere prevedibile, inscatolabile, confezionabile. Tutti parliamo sempre troppo, specialmente sulle vicende degli altri, sulla vita degli altri. Provo, come Giobbe, ad ascoltare e a vivere ciò che viene ogni giorno, confidando in questo Dio d’amore che non tiene la nostra contabilità e neanche i nostri piccoli perché e per come. Grazie sr Rita per averci portati nel cuore, anche noi abbiamo pregato per te e la tua vita. Preghiamo per chi è ammalato e per mio fratello Renato, che, molto ammalato, non vuole essere aiutato da nessuno.

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