giovedì 20 settembre

di | 20 Settembre 2018

la notte della sapienza chagall qoelet 4,1-3

41Tornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole.Ecco le lacrime degli oppressi e non c’è chi li consoli; dalla parte dei loro oppressori sta la  Violenza, ma non c’è chi li consoli. 2Allora ho proclamato felici i morti, ormai trapassati, più dei viventi che sono ancora in vita; 3ma più felice degli uni e degli altri chi ancora non esiste, e non ha visto le azioni malvagie che si fanno sotto il sole.

Commento

Con che vita abbiamo a che fare? Quale genere di esistenza abbiamo costruito? Qoelet parla di un’esistenza segnata dall’ingiustizia, dalla solitudine. Tremenda la conclusione di oggi: ho proclamato felici i morti. Cioè meglio morire che continuare  a stare in questa confusione e ingiustizia. Cambia ancora il tono rispetto a ieri.  Sono poche parole che dicono di un sistema sociale ed economico ingiusto. Questo succedeva ai tempi di Qoelet, questo succede ai nostri giorni. Qoelet ci costringe a guardare i volti dei sofferenti, di chi subisce ingiustizia. Questa è la sacra scrittura, ci educa guardando la realtà anche quella più terribile. Oggi siamo abituati a non guardare la sofferenza, a non condannare l’ingiustizia sociale. Ecco la sacra scrittura ci chiede di mettere in atto tutto quello che possiamo per vedere e denunciare il male.

Preghiamo

Preghiamo per i giovani.

3 pensieri su “giovedì 20 settembre

  1. sr Rita

    …non c’è chi li consoli…
    Guardare la realtà che sta attorno a noi, una realtà sofferta e difficile. Quando abbiamo guardato, che si fa? Qoelet nota che non c’è chi consoli. Ma io, tu… come guardiamo e perché guardiamo chi ci sta attorno? Cosa facciamo per consolare? Non si può vedere e non fare nulla. E neppure bisogna fare qualcosa di generico. Dio consola e ci chiede di fare lo stesso. Papa Francesco continua a ricordarci il dovere della tenerezza. Ascoltiamolo una buona volta e ci sarà più amore per tutti.

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  2. . Elena

    Quanto impegno in più possiamo mettere nel vivere questa nostra vita, guardando in faccia l’ingiustizia e la sofferenza, ma non rimanendo immobili e impotenti.. Quanta responsabilità in più possiamo assumerci per contrastare la malvagità, da quella piccola e sottile che vediamo ogni giorno, a quella di più ampio raggio che però tutti possiamo vedere e considerare sbagliata…. Davvero non serve guardare e sfuggire, preferire non aver visto, né vissuto. Ci viene chiesto di più. Dacci la forza, Signore, per contrastare il male, operando il bene con lo sguardo e la tenerezza verso chi ha più bisogno.

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  3. srAlida

    Come guardiamo e perchè guardiamo la realtà e chi ci sta attorno ?Guardare i volti dei sofferenti e di chi subisce ingiustizia ,stare accanto e consolare .Dacci la forza ,Signore di contrastare il male ,operando il bene con lo sguardo e la tenerezza verso chi ha più bisogno ,perchè anche i giovani si affaccino alla vita con apertura e sensibilità verso l’umanità che soffre

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