giovedì 18 giugno

di | 18 Giugno 2015

home2Esodo 6,28-7,13    

28 Questo avvenne quando il Signore parlò a Mosè nel paese di Egitto: 29 il Signore disse a Mosè: «Io sono il Signore! Riferisci al faraone, re d’Egitto, quanto io ti dico». 30 Mosè disse alla presenza del Signore: «Ecco ho la parola impacciata e come il faraone vorrà ascoltarmi?». 7,1 Il Signore disse a Mosè: «Vedi, io ti ho posto a far le veci di Dio per il faraone: Aronne, tuo fratello, sarà il tuo profeta. 2 Tu gli dirai quanto io ti ordinerò: Aronne, tuo fratello, parlerà al faraone perché lasci partire gli Israeliti dal suo paese. 3 Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. 4 Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l’Egitto e farò così uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo degli Israeliti, con l’intervento di grandi castighi. 5 Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!».6 Mosè e Aronne eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato; operarono esattamente così. 7 Mosè aveva ottant’anni e Aronne ottantatré, quando parlarono al faraone. 8 Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: 9 «Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!». 10 Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente. 11 Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i maghi dell’Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa. 12 Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni. 13 Però il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.

Commento

Questo brano sembra essere una grande sfida di magia a colpi di effetti eccezionali. In realtà possiamo andare ben oltre questa semplice affermazione. Possiamo cercare di comprendere meglio i segni e le parole. Come prima cosa torniamo ancora sul problema di Mosè: L’uomo dalla parola impacciata. Abbiamo già dato una spiegazione: quella legata alla paura di Mosè di affrontare il faraone. Oggi proviamo ad aggiungere un’ulteriore spiegazione. Di fronte al Dio faraone, Mosè non può essere solo colui che è voce di un altro, la voce di Dio, ma deve essere la fonte della parola, l’origine della parola. Deve essere autorevole. Come il faraone ha la pretesa di essere la fonte della parola di verità, così Mosè pensa che l’unico modo per sfidare tale uomo è quello di essere la fonte della parola, ecco perchè è l’uomo dalla parola impacciata, perchè non è lui la fonte della parola.  In realtà non funziona così: Mosè non è la fonte della parola, ma passatore della parola di un altro, è passatore della parola di  Dio. questo sembra dare meno forza alla parola, invece l’essere parola di Dio ne amplifica all’infinito l’effetto. Come Gesù che era la parola di Dio. è chiaro che il faraone questo non lo comprende e di conseguenza il suo cuore di indurisce sempre di più. Torneremo anche sul tema di quel cuore duro del faraone. Torniamo invece ai vari segni: quello del bastone – serpente. Secondo le disposizioni di Dio, Mosè e Aronne fanno il segno del bastone/serpente. E  i maghi convocati dal faraone fanno la stessa cosa (Mosè e Aronne se l’aspettavano?), anche se poi il bastone di Mosè mangia i bastoni dei maghi. Non si pensi che questo convinca il faraone! Il testo infatti  dice: “E il cuore del faraone si indurì…”. Non saranno i grandi segni, ma sarà la potenza della “debole” Parola a far uscire i Figli di Israele dalla terra d’Egitto.

Preghiamo

accogliamo con gioia la nuova enciclica del papa, sul tema della creazione e preghiamo per lui.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.Voi dunque pregate così:Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano,e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

2 pensieri su “giovedì 18 giugno

  1. suor Rita

    Forse anche noi qualche volta vorremmo un Dio, come quello che parla a Mosè: un Dio che pone segni grandi, che indurisce il cuore, che manda castighi contro i nemici….Inso9mma, un Dio molto diverso da quello che ci ha fatto conoscere Gesù. Eppure, davanti a questo Dio Mosè continua ad avere paura, a trovare scuse per tirarsi indietro, per non affrontare il Faraone. Aronne parla ed agisce in nome di Mosè e Mosè parla ed agisce in nome di Dio. C’è ‘un legame tra questi personaggi, un poco simile a quello che avviene nelle relazioni nostre: Dio chiama, manda; qualcuno ascolta; qualcun altro aiuta nella realizzazione del mandato di Dio. Se nelle famiglie, nella pastorale tenessimo presenti tutti questi elementi di relazione, forse incontreremmo maggior efficacia e pace.
    Ringraziamo Dio per quanto ci sta regalando attraverso Papa Francesco e ricordiamo anche tutti i missionari in vacanza che domani sera incontreranno il nostro Vescovo Francesco.

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  2. Elena

    Un Dio che usa la Parola…
    Credibile attraverso i fatti che sono generati da una parola, da una volontà.
    Spesso rifletto sul valore della parola data, sulla sua sacralità. Questo aspetto ci sfugge, come se le parole fossero vuote. Dio, nel farci conoscere noi stessi in un cammino di redenzione, ci riporta, tanto nell’antico, quanto nel nuovo Testamento, alla relazione parola-fatto, parola-azione.
    Lo stesso “Padre nostro” raccoglie nelle parole tutta l’essenzialità della nostra relazione con Lui. E ci ricorda che è Padre!
    Mi unisco con gioia alla preghiera per il Papa e per tutti i missionari .
    Buona giornata!
    Elena

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