giovedì 17 novembre

Apocalisse 15,1-4

E vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio. ²Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
“Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
⁴O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,perché i tuoi giudizi furono manifestati”.

Commento

Ecco un altro canto, un altro inno che veniva proclamato nelle assemblee liturgiche. Ma prima del cantico vediamo che ci sono questi angeli con in mano dei flagelli. Essi sono coloro non tanto che castigano, che portano un flagello, quanto quelli che portano un insegnamento pedagogico che può passare anche attraverso un castigo. A volte per educare si può anche dare un castigo, ma l’accento non deve essere posto sul castigo, quanto sull’insegnamento, sul desiderio di educare. Il problema non è dare un castigo, ma educare. Questo è il significato di questi angeli con i 7 flagelli. E poi arriva questo inno dei vincitori. Sono coloro che sono rimasti perseveranti e hanno vinto il male con il bene, con la fede. Ora questi possono cantare il loro inno a Dio. il tema dell’inno è la celebrazione di Dio per le sue opere, ma non tanto per la creazione, quanto per i suoi interventi storici; l’insistenza cade sulle «genti», cioè i non-israeliti, e la gioia del canto consiste proprio in questa certezza: si è manifestata la volontà divina di salvare tutta l’umanità e certamente questo progetto si realizzerà.

Preghiamo

Preghiamo per Angelo