giovedì 11 marzo

di | 10 Marzo 2020

Lc 15,8-10           

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Commento

Non ho molto da aggiungere rispetto alle notizie “mediche” diciamo che qui siamo in fase di stasi. Ed ecco la seconda parabola della misericordia. Sappiamo che questa moneta è molto importante per la donna e quindi la cerca con cura. Nella parabola della donna e della sua moneta, le proporzioni sono diverse rispetto alla pecora di ieri. Una “dracma” vale circa una pecora, ma la donna della parabola di oggi di dracme ne ha dieci, mentre il pastore di ieri aveva cento pecore. Questa moneta dunque rappresenta un bene molto più rilevante: un decimo del suo patrimonio. Veramente lei non può rinunciare a cercarla con ogni cura, e l’avverbio “accuratamente”  ha la stessa radice del verbo “prendersi cura” che abbiamo trovato nella parabola del Samaritano. E’ commovente questo paragonare Dio ad una massaia che spazza accuratamente la sua casa non per pulirla ma per trovare la moneta. Tale è infatti la vera pulizia che bisogna sempre fare nella casa del Signore: non per eliminare lo sporco, ma per trovare tutti i suoi figli perduti. E infine C’è “gioia davanti agli angeli di Dio – ed è la gioia stessa di Dio! – per un solo peccatore che si converte” (v.10). Ovviamente anche qui, come per la pecora dell’immagine precedente, il peccatore che si converte è in realtà quello che Dio appassionatamente cerca finché non l’ha trovato. “Le amiche e le vicine” di oggi prendono il posto degli “amici e dei vicini” del pastore di ieri. Ancora una volta sono assenti i giusti, ma questi mai potranno capire la misericordia di Dio.

Preghiamo

Preghiamo per la chiesa.

3 pensieri su “giovedì 11 marzo

  1. Sr Rita

    Avere cura del bene che si è perso!!! Forse solo quando si perde qualcosa di importante, ci si rende conto del suo valore. Anche questa situazione attuale di paura, dolore, morte può rivelarci la preziosità di tante altre cose che diamo per scontato. Mi pare buona per me questa sottolineatura: avere cura di ciò che si perde. Il Signore ci dia discernimento, speranza e coraggio per non lasciarci sopraffare da ciò che ci viene a mancare. Prego per tutti coloro, anche Sacerdoti e suore, che stanno facendo i conti con la malattia.

    Rispondi
  2. Elena

    La gioia….Mi soffermo su questa parola. La gioia del Signore che ci ritrova, la gioia di chi gli sta vicino ed è come se facesse festa per questo nuovo arrivo alla casa del Padre. Penso alla gioia di chi si ritrova dopo tanto tempo o da luoghi lontani. No, nulla è scontato. Penso alla nostra piccola ma immensa gioia e mi pare di vederla e di sentirla, là dove verremo accolti alla fine di questo viaggio. La gioia e un sentimento condiviso!
    Prego per chi si sente smarrito ed ha paura, in questo tempo. Per chi è in difficoltà in salute e con il lavoro.

    Rispondi
  3. sr Alida

    Prendersi cura …questa espressione solita ,ma sempre nuova ,da rinnovare ogni giorno ,dell’uomo e di ciò che gli è caro ,nel cuore …ritrovare ciò che si perde nell’amore del Signore ,che cerca chi si è perduto …Mi unisco alla preghiera per la Chiesa ,per tutti gli ammalati compresi suore e sacerdoti ,per chi si prende cura di loro che sono all’estremo di forze ,per chi ha paura e in difficoltà di salute e di lavoro …

    Rispondi

Rispondi a Elena Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.