giovedì 11 maggio

di | 10 Maggio 2017

I discepoli di Emmaus – Arcabas

Matteo 20,29-34        

29 Mentre uscivano da Gerico, una grande folla lo seguì. 30 Ed ecco, due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava Gesù, gridarono dicendo: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 31 La folla li rimproverava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 32 Gesù si fermò, li chiamò e disse: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 33 Gli risposero: «Signore, che i nostri occhi si aprano!». 34 Gesù ebbe compassione, toccò loro gli occhi ed essi all’istante ricuperarono la vista e lo seguirono.

 Commento

Dammi occhi per vedere meglio. Per vedere meglio secondo il vangelo, secondo quella parola che mi chiede di servire donando la vita. Vedo così l’espressione del cieco: Signore che i nostri occhi si aprano. Il capitolo 20 di Matteo si conclude con questo episodio dell’incontro di Gesù con due ciechi. Ma teniamo presente che tutto il capitolo 20 è come segnato dal tentativo che fa Gesù di aiutare i discepoli a comprendere quali sono le opere vere da compiere. Resta il fatto che i discepoli fanno fatica a capire questo discorso,è come se fossero dei ciechi. Ecco perché questo racconto è proprio collocato qui. Quasi a dire che i veri ciechi siamo non che non capiamo e non facciamo l’opera di Dio e quindi vi è come un’invocazione perché Gesù venga in nostro soccorso. Aiutami a vedere le opere evangeliche da compiere, a me che sono così cieco. Nel suo cammino verso la sua Pasqua di morte e di gloria Gesù passa accanto all’umanità seduta lungo la strada delle sue tenebre. E’ seduta perché non ha una direzione di speranza verso cui camminare. Al di là di tutte le apparenze e di tutte le illusioni, non ha una strada da percorrere. Non la vede! Ma Gesù passa per la nostra strada! E i due ciechi, “sentendo che passava…”, più profondamente “ascoltando…”: c’è la grazia di un “ascolto”. Il primo evento salvifico è l’ “ascolto”. Siamo al buio, ma giunge a noi una parola, la Parola. E’ l’iniziale miracolo, è il primo dono della fede. Da quel momento tutto deve cambiare. . Adesso non si può che gridare e invocare la misericordia divina, perchè finalmente vedono le opere da compiere. E così anche noi siamo pronti ad entrare negli ultimi capitoli di Matteo che ci portano alla croce e alla resurrezione.

Preghiamo

Preghiamo per i signori Gaetti

3 pensieri su “giovedì 11 maggio

  1. sr Rita

    Gesù, figlio di Davide abbi pietà di noi…che i nostri occhi si aprano…
    Sapere chi è Gesù, il Signore cui chiedere pietà….Avere coscienza di avere gli occhi chiusi, che necessitano di essere aperti per vedere, intuire, scrutare….Mi pare questo l’atteggiamento giusto del discepolo che vuol seguire Gesù e conformarsi a Lui. C doni il Signore questa consapevolezza e la disponibilità a lasciarci guarire. Gli occhi aperti sono una finestra aperta sul futuro.Prego per chi fatica a vedere e non si lascia aprire gli occhi….

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  2. . Elena

    “Che i nostri occhi si aprano”… lo chiedono con forza, con insistenza, con fede certa, solo “sentendolo” vicino. E Lui ” ebbe compassione”…. e riporta alla pienezza questi due uomini cui era negato moltissimo della vita, erano ai margini dell’esistenza. Quante volte anche noi siamo ciechi, ai margini e possiamo solo invocare la Tua pietà, Signore. Dacci occhi nuovi, aperti, per guardare, cogliere, amare, trasmettere luce, ed entrare nella pienezza della Tua compassione. Permettici sguardi nuovi, che superino il buio nel quale siamo avvolti molto spesso e che ci confonde e disorienta.
    Mi unisco alle comuni intenzioni di preghiera e ricordo i giovani Mounir e Abass che hanno aperto gli occhi su un mondo possibile.

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  3. sr Alida

    Che cosa volete che io faccia per voi ‘ Signore che i nostri occhi si aprano …Ascoltare il Tuo passo nel nostro quotidiano …ci preannuncia la guarigione ,la salvezza…Fà che gli occhi della mente e del cuore ricevano la grazia dell’ascolto di Te che passi ,e ridoni la vista per sguardi e relazioni nuove ..Mi unisco anch’io alle intenzioni comuni.

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