giovedì 1 settembre

di | 31 Agosto 2022

Gv. 18,33-40

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Sei tu il re dei Giudei?”. 34Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. 35Pilato disse: “Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”.  Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. 37Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Gli dice Pilato: “Che cos’è la verità?”. E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: “Io non trovo in lui colpa alcuna. 39Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?”. 40Allora essi gridarono di nuovo: “Non costui, ma Barabba!”. Barabba era un brigante.

Commento

Siamo al vertice del processo a Gesù. Pilato continua a tenere questa posizione di uno che non trova in Gesù nessuna colpa. È disposto anche a questo scambia tra Barabba e Gesù. Ma i giudei sono fermi nella loro decisione: quella di mettere a morte Gesù. In questa vicenda ogni cosa assume una forma non solo storica ma anche simbolica. Quindi anche qui c’è un fatto simbolico rilevante. La regalità di Gesù è il capo d’accusa, di tipo politico, l’unica che poteva interessare l’occupante romano, indifferente alle beghe religiose, anche se in realtà la motivazione della condanna di Gesù per il sinedrio era di tipo religioso. Questa regalità politica che cerca Pilato per poter condannare il Signore, si incrocia con quella regalità simbolica che Gesù dichiara: Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Così si esprime Gesù. La verità è che Gesù è re, ma re della gloria del regno e non della gloria dei potenti. È per questo che Pilato non trova in Lui nessuna colpa, perché non vi trova una regalità politica. Essere re di gloria come, Gesù significa assumere quella regalità della croce che narra dell’amore di Gesù per l’uomo. Ma di questa cosa Pilato non si interessa.

Preghiamo

Preghiamo per il creato

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