
Abramo sta alle querce di Mamre, sta lì con la sua tenda e se sta fuori dalla tenda. “me ne stavo fuori dalla tenda e vedo comparire tre uomini, forse tre angeli, comunque tre messaggeri di buone notizie a cui credere. Messaggeri da accogliere comunque” Abramo si alza, va incontro ai messaggeri, li accoglie, lava i piedi e da loro acqua e cibo. Perché così era l’ospitalità al tempo. Era cosa sacra quella parola che si chiama accoglienza e ospitalità. “accoglienza qui nel deserto è andar incontro” mi dice Abramo. “andare incontro anche allo straniero, al forestiero. Mi hanno detto che oggi avete una regola, una legge che dice che vieta di raccogliere in mare chi rischia di morire se non a certe tremende condizioni. “ “si è vero, ma conosciamo anche tanta gente, uomini e donne che sfidano tale legge e vanno incontro a chi è in mare: come dici tu, Abramo, accogliere è andare incontro, ospitare è sacro e anche se la legge sembra impedire tutto questo, in tanti rimangono quelli che ospitano” e Abramo: “per noi dare acqua e cibo all’ospite che arriva era altrettanto sacro. Anche in questo caso mi dicono che per tante, se non tutte le agenzie umanitarie che offrono aiuto, cibo, acqua, medicinali, ci sono stati dei tagli terribili, ed ora fanno fatica a trovare il modo di aiutare chi non ha cibo, acqua e medicinali.” “anche questo è vero, vedo che sei bene informato. Si fa davvero fatica oggi a prestare aiuto. Mi sa che abbiamo perso in umanità” e così conclude Abramo: “ospitalità e accoglienza è mossa che va incontro; non si devonocreare le condizioni per rendere tutto difficile, anzi si deve fare in modo di rendere agevole la sacra ospitalità. E alla fine questa sacra ospitalità divenne un annuncio: avrai un figlio. Questo avere un figlio non è stata la ricompensa perché sono stato accogliete e ospitale. È solo che se sono accogliente la vita si apre, se non lo sono la vita si chiude.”