fino a che punto

di | 10 Novembre 2022

Il pensiero di oggi nasce da una serie di considerazioni di cui non posso e non voglio svelare l’oggetto. Rimarrà solo una domanda: fino a che punto? Fino a che punto si può resistere nella vita. fino a che punto un’ incomprensione può essere perdonata e riperdonata e poi perdonata ancora? Fino a che punto posso portare pazienza? Dove sta quella linea sottile che divide il sì del ricominciare e il no del chiudere? Fino a che punto siamo chiamati ad avere un volto buono  che poi ad un certo punto diventa volto rabbuiato e arrabbiato? Posso continuare su questa via del fino a che punto quasi fino all’infinito? Mi fermo qui. Vorrei sapere voi he cosa ne pensate di questa questione. Fino a che punto un genitore può reggere il confronto con il figlio? Dove è il punto di rottura di una relazione amicale? Se poi c’è punto di rottura… sembra che da persona che legge il vangelo non deve mai esistere un punto di rottura di una relazione. Perché il credente è in grado di andare sempre oltre e di ricucire sempre. Ma non è vero. Anche il Signore Gesù ha vissuto la sua bella fatica di tenere insieme relazioni difficili, per esempio con i farisei. E allora fino a che punto lo declino così, lo declino con la parole di Qoèlet, il grande libro della parola sacra che ci parla del vuoto del  vivere e del godere della vita. c’è un tempo per vivere e un tempo per morire. Un tempo per la pace e un tempo per la guerra… e il testo procede così dicendo che c’è un tempo per amare e un tempo per astenerci dall’amare. A noi il compito di saper comprendere come ci poniamo ogni volta di fronte alla vita e alle relazioni con le persone. solo in questo modo potremo dire con onestà e verità: fino a che punto si può resistere nella vita. una canzone dei Negroamaro in un suo verso dice così: Ci saranno altri silenzi, altri tempi da sbagliare, amore. La canzone porta il titolo: sole. Ecco io sono così: rimando i tempi, sbaglio i tempi, lascio silenzi troppo lunghi e alla fine mi dico fino a che punto? Si, sbaglio i tempi, sbaglio i silenzi e le parole. e sempre la stessa canzone dei Negroamaro si dice: A volte, certo, capita anche a me di non avere voce per parlare o per cantare. Qui finisce la canzone. Ma non finisce mai la fatica di decidere fino a che punto

3 pensieri su “fino a che punto

  1. Renato

    …. Sei molto profondo e vai sempre al cuore dei problemi… Alle questioni che poni non è facile, almeno per me, dare pareri o risposte… Da agnostico quale mi ritengo penso che ci possa essere il momento per dire basta e di fare il muso duro nel rispetto delle proprie idee ma mai alzandoci per primi dal tavolo o sbattendo la porta… E poi magari non chiudiamo la porta a chiave ma lasciamola socchiusa… Dobbiamo credere che ognuno di noi in quel momento può essere nel giusto ma può anche essere in errore… che senso ha parlare di pace se nessuno di noi è disposto a tollerare e a cambiare?

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  2. Marika

    Si puo’ resistere, sicuramente si può fare se si è allenati al “mettersi in discussione ” senza pretendere di essere i depositari della verità assoluta. Possiamo anche avere ragione ma l’altro ha sempre il diritto di spiegare la sua posizione anche in contrapposizione alla nostra. Anche a me capita a volte di non avere più voce, di ammutolirmi completamente ma, sotto questo schermo che mi aiuta a resistere, cerco di coltivare tutta la libertà di pensiero e di amore che sento come cristiana.

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  3. Antonio.

    Antonio
    Sicuramene è un dovere resistere, aiutare, sperare che un risultato si raggiunga anche parzialmente ma………
    anche DIO ha creato l’infermo.

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