faraone

di | 23 Gennaio 2022

Leggo una recensione di un libro dal titolo Etica Animale… una prospettiva cristiana di Martin Lintner un teologo altoatesino. Non entro in merito alla questione, ma mi riprometto di leggere il libro e quando avrò lo avrò letto mi riprometto di dirvi qualcosa. Ci vorrà del tempo perché il libro è corposo.  Leggo l’introduzione e mi viene un’idea: perché non intavolare dialoghi con animali che girano qui a Rosciano. Magari possono essere piccole profezie anche queste, alla faccia di un mio amico. Proviamoci allora. Il primo di questi animali non poteva che essere il grande gatto faraone. Grande in tutti i sensi, perché è grosso e perché è grande nella sua autorevolezza. Quando ero all’agro avevamo una colonia di gatti. Erano 12, alcuni abbandonati lì,altri nati lì Con don Roberto si discuteva così: “dentro in casa o fuori casa” e don Roberto rispondeva “gli animali fuori casa” sapeva benissimo che qualche incursione ogni tanto capitava, ma lasciava correre e ribadiva il concetto gli animali fuori casa. Un giorno arriva il faraone. Lo lascia lì un tipo che dice che faceva troppo casino in casa, io e walter ci guardiamo e diciamo “c’è ne sono tanti ci sarà posto anche per lui”. Sparisce per un mese. Io e Walter ci diciamo “sarà scappato” ed invece no, se ne stava solo nel fienile. Arrivò vicino a casa e mi guardò con quei suoi occhi un po’ dolci e ruffiani insieme: “ non mi abbandonare almeno tu” e rimase lì. Un giorno qualcuno pensò bene di farlo entrare in casa e ci rimase. Traslocammo a Rosciano, faraone si abituò al nuovo posto. Ogni mattina quando arrivo mi aspetta e mi dice “non mi abbandonare”, mangia qualcosa, va a fare un giro e poi ritorna per un po’ di coccole. Poi sparisce. Ormai conosce bene i dintorni di Rosciano, ma sempre ritorna lì e mi dice con i suoi occhi dolci e ruffiani insieme “non mi abbandonare” perché che ha vissuto l’abbandono questa parola se la porta dentro come un ansia, una paura, a volte come un’angoscia. Per un periodo ci fu anche l’anziana gatta Charlie Brown è morta nelle braccia di Elena per anzianità. forse è arrivata in casa a Rosciano pensando di essere in un luogo tranquillo. è sempre stata accudita da Arnaldo, ma poi ha finito i suoi giorni in casa nostra. Arrivano i ragazzi e nei loro sguardi leggo una parola: non mi abbandonare, non mi lasciare solo in questo mondo complicato, non ce la faccio da solo. la mia giornata inizia così. Con un invocazione del gatto faraone, dei ragazzi e dei giovani che passano di qui: non mi lasciare solo, non mi abbandonare. E io che non so cosa fare, pronuncio la mia invocazione quotidiana: “caro Dio non mi abbandonare, non mi lasciare solo in questo mondo, perché da solo non ce la faccio” Poi telefono a Giulio forse anche solo per sentire due parole che mi dicono non sei solo. Il gatto faraone è qui con me che si fa coccolare, ma in quello sguardo furbo e simpatico vedo una cosa: la felicità di avere una casa. Sarà così per tutti? non mi abbandonare, felice per una casa? e grazie per tutti quelli che raccolgono gli abbandonati e offrono loro una casa.

2 pensieri su “faraone

  1. Massimo

    Bel testo don , è il primo che leggo della tua parola quotidiana , se posso permettermi di dirti che mi sono sentito interpellato e sinceramente io anche con tanta debolezza in me mi lasciò guidare da te , che non sei un semplice prete ma sei molto di più , spero di trovare un bel futuro con un progetto di lavoro anche io perché credo di meritarmelo , anche nonostante tutto.

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  2. Tiziana

    Grazie don perché semplicemente ci sei(non è necessario fare cose).grazie perché cogli e fai tue le invocazioni silenziose di ciascuno,le invocazioni che tu sai leggere nello sguardo.

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