essenziale da prete

Questa non è proprio una storia dell’orto, ma è comunque una storia. Ieri i ragazzi e gli altri hanno finito di seminare i piselli. Io sono rimasto inguaiato in casa con il Giulio quasi tutto il giorno per caricare un bando sul portale della regione Lombardia. Un grazie anche a Cesare che in remoto ci ha aiutato. Non mi piace e non è il mio forte questo tipo di lavoro. Certo che volevo andare nell’orto, certo che preferivo sentire tutta intera la meditazione del vescovo nel ritiro per i preti e non invece a pezzi. Ma urgente era caricare il bando e quindi ci siamo dati da fare per quello. La nostra è una piccola cooperativa e ci adattiamo tutti a fare di tutto. Questo fatto mi ha spinto a fare una riflessione che avevo accantonato da anni perché per me è come superata: le cose essenziali che un prete o ciascuno di noi deve fare. Scegliendo l’essenziale lascio da parte tutto quello che è inutile e di conseguenza vivo fino in fondo la mia realtà di prete. Questo ragionamento fino a qualche anno fa lo facevo anche io, oggi lo proprio abbandonato. So che cosa è essenziale nella mia giornata: la messa, la parola di Dio, la fraternità e la carità. E queste cose le faccio tutti i giorni, magari non sempre bene, ma sono presenti. Ma so anche una cosa, che una mamma, un papà di famiglia non si domandano che cosa è essenziale nel loro essere genitore. Fanno tutto quello che è necessario, anche le cose in apparenza non essenziali. So bene come un insegante fa un sacco di cose che non sono essenziali per il suo insegnamento. E nelle tante cose c’è anche tutta la burocrazia che nessuno ama, ma che è da fare. Non potevo delegare il bando ad un altro e io andare a cercare l’essenziale, dovevo essere lì. L’essenziale è quello che il momento presente mi chiede. Sinceramente sono un po’ stanco  di questa storia che i preti devono cercare l’essenziale e delegare ai laici il non essenziale. Salvo poi controllare se tutto è fatto bene. O è una delega a pieno titolo o è una condivisione a pieno titolo. E poi è essenziale che un prete quando vuole lui decida di vedere l’atalanta o di vedere un film in tv? Oppure di fare la settimana bianca? Questo è essenziale per il prete? Se non è essenziale non lo faccio, altrimenti gioco di contraddizioni. ecco perché non parlo più di essenziale. Nella mia giornata mi capita di fare la spesa, di fare da mangiare, di lavare i piatti, di parlare con uno, di stare nell’orto, di caricare un bando su un sito, di leggere, di scrivere. Tutto è essenziale quando è necessario e allora si fa. Una delle cose che mi domando al termine della giornata è se quelle 4 cose a cui non devo mai rinunciare, messa, Parola di Dio, fraternità e carità le ho fatte e come le ho fatte. Tutto il resto quando è necessario, come una mamma, come un papà e come un insegante, si fa. Anche quando è burocrazia. Se non è così e continuo solo a chiedermi che cosa è essenziale non è forse perché non mi piace assumermi fino in fondo la responsabilità non del mio ruolo, ma della mia vita?