eredità 2

di | 13 Aprile 2021

Dopo tutto quello che ho scritto ieri sul tema dell’eredità voglio continuare ancora per un po’. Ricevo in dono cose, affetti e esperienze che in teoria non dovrebbero farmi sentire orfano, mancante di qualcosa o di qualcuno. In realtà un po’ orfano mi sento sempre. Non credo che ci sarà qui sulla terra nessuna eredità, di nessun tipo i dono che mi farà vivere tutta la pienezza della vita. Nemmeno se dovessi riuscire a rendere lo spazio  di Rosciano una meraviglia unica.  Nemmeno se … nemmeno punto e basta. non c’è pienezza di vita dentro un’eredità ricevuta. In una eredità c’è come uno spiraglio di luce, un segno di quanto può essere la pienezza della mia vita, ma non ci può essere pienezza. Ma non voglio solo soffermarmi su questo, voglio andare oltre. Una cosa interessante è che ogni eredità, come dice Recalcati che riprende le parole di Lacan, è una testimonianza. Mio padre mi ha lasciato in eredità il suo senso della famiglia e per me questa è stata la sua testimonianza di vita. Mio nonno mi ha lasciato in eredità la sua forza di essere antifascista e questa è stata la sua testimonianza per me. E via di seguito. Le eredità belle hanno lasciato segni belli nella mia vita, le eredità negative mi hanno fatto soffrire perché sono state segno  di un mondo egoista.  E come non ricordare la grande eredità di don Roberto che è stata testimonianza luminosa per la mia vita. Non esiste la testimonianza costruita nelle aule di catechismo dove si invita il ragazzo a guardare agli esempi luminosi. Esiste invece l’eredità della singola comunità che diventa segno e via per le giovani generazioni. Interessante riflettere su che cosa lasciamo in eredità come comunità di credenti e comunità sociale. Non può nemmeno esistere un’educazione alla buona testimonianza, quel famoso dai il buon esempio.  Perché dico questo? Perché troppe volte sembra che questa immensa parola testimonianza è stata come ingabbiata dentro un processo, un programma, un percorso. Diciamo, il percorso dell’iniziazione cristiana, il percorso della vita interiore, il percorso del discernimento. come se l’eredità – testimonianza deve assomigliare ad un giro d’Italia, fatta la prima tappa, si passa alla seconda poi alla terza, fino su in cima all’Italia, che è la tappa finale. L’eredità – testimonianza io l’ho ricevuta in dono da tanti testimoni come un accadimento, giorno dopo giorno. Non era programmata, vedevo segni di testimonianza e questo mi piaceva e mi esaltava. Le eredità più belle che io ho ricevuto come testimonianza mi sono arrivate come doni che non mi aspettavo. Facciamo in modo non di programmare la testimonianza, ma di narrare le eredità delle testimonianze che abbiamo ricevuto come dono prezioso.

Un pensiero su “eredità 2

  1. Tiziana

    Anche il programmare la testimonianza però può avere il suo valore;
    rimarrà sicuramente,in ogni persona che ascolta, la volontà e tenacia di chi si è speso per realizzare il tutto!

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