donna con fasce

di | 20 Dicembre 2021

Due amici mi mostrano il loro presepio. Ma soprattutto mi mostrano una statua particolare. Una donna che tiene vicino a se una brocca per l’acqua e in mano tiene delle fasce. Devo essere sincero non avevo mai visto una statua simile nel presepio. La guardo un po’ e non mi viene in mente nulla. Penso a mia madre che lavava quantità industriali di quei pannolini che si riutilizzano sempre. C’era la casa piena. Lavati, disinfettati e riutilizzati, sempre. Oggi stanno un po’ tornando di moda. Guardo il presepio, guardo la donna con le fasce ma questa idea dei pannolini riciclabili di mia mamma non sta in piedi. Poi arriva come un’ idea da prendere al volo. Bisogna fare così con le idee, prenderle al volo, poi si discutono e poi si sceglie. Il pensiero è questo: “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” è il vangelo di Luca che racconta la nascita di Gesù. E narra come Maria avvolge in fasce quel suo figlio appena nato. Ma certo! Quella donna sta portando le fasce con cui avvolgere Gesù, siccome non c’era posto nell’albergo è arrivata una donna del paese ha portare le fasce per avvolgere Gesù. C’è una altra scena interessante che parla di fasce, sempre nel vangelo: Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Si tratta del momento in cui Gesù viene deposto dalla croce e viene avvolto in un lenzuolo per essere deposto nel sepolcro. Ecco ancora un telo, un sudario, delle fasce. E per finire c’è l’asciugamano con cui si cinge Gesù per lavare i piedi ai suoi discepoli. Quella donna del presepio mi aiuta a ricordare come c’è bisogno di questi gesti di cura: avvolgere in fasce la vita che nasce, avvolgere in fasce la vita che è deposta nel sepolcro, avvolgere in fasce l’umanità che siamo chiamati a servire. Quella donna con  le sue fasce non rientra nei canoni del presepio, perché è il simbolo di un’arte raffinata che non rientra più nei canoni della vita. Essa è simbolo di quella protezione materna, è simbolo della raffinata arte dei gesti nascosti che fanno la cura dell’altro. Quella donna con le sue fasce è segno della cura per un bimbo, per un malato, per un morente. Allora la donna con le fasce assume un posto centrale nel presepio, anzi comincio a pensare che in ogni presepio ci vuole una donna che porta le fasce. Attenzione lei ha solo portato le fasce, che è già un grande gesto. Chi ha avvolto nelle fasce Gesù è stata la sua mamma, Maria. Il gesto di avvolgere appartiene infatti solo a chi ama di amore paterno o materno. A noi uomini di chiesa resta un’altra fascia da portare quella dell’abbassamento, del servizio all’umanità.

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