domenica 6 ottobre

di | 5 Ottobre 2019

domenica 27 t. ordinario dal vangelo di Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Commento

Credo che una grande colpa di un certo cristianesimo – di sempre – sia stato quello di tradire la terra in nome del cielo. Pensare che tutto si risolva in un indefinito ‘aldilà’, mentre qui, in questa ‘valle di lacrime’ siamo solo di passaggio. Ebbene, no. Questo non è cristianesimo, questo non è vangelo ma soprattutto non è essere uomini e donne di fede. Gesù non ha mai identificato la fede col quieto vivere, non ha mai invitato a tradire la terra in nome del cielo, non ha mai parlato di aldilà come dimora di anime pie, o di premi di consolazione celesti per religiosi frustrati. Dovremmo inserire nei nostri catechismi una virtù in più, ovvero la ‘fede nell’umanità’. Forse, prima di credere in Dio, sarebbe necessario cominciare a credere nell’uomo. il Vangelo di oggi è chiarissimo: solo dopo che hai fatto tutto ciò che dovevi fare, solo dopo aver vissuto da uomo, fino all’estremo, sino alla morte, solo dopo potrai dire “sono un servo inutile”’. Ma non prima. L’uomo religioso invece ha l’insana abitudine di dire già in corso d’opera: ‘sono inutile’, e ‘ho bisogno di un dio come stampella delle mie insufficienze, tappabuchi della mia inconsistenza’. La fede nell’umano occorrerebbe mettere in campo nel nostro vivere quotidiano. Fede come fiducia nella capacità di bene insita in noi stessi, nella nostra retta coscienza, nella nostra profondissima capacità di amare. Si sposterebbero così montagne di odio e di violenza, d’intolleranza e d’ignoranza.
preghiamo

Preghiamo per tutto il villaggio Gabrieli che oggi celebra la sua festa.

3 pensieri su “domenica 6 ottobre

  1. sr Alida...

    ” Servi inutili” Inutili in questo senso :essere quello che devo essere ,e servire ,vivere il qui ed ora un altro commento ” senza pretese, senza rivendicazioni e secondi fini SCEGLIERE DI ESSERE DONO ” coscienza di essere grazia ,fede nella capacità di essere noi stessi perchè e il Signore che ce lo concede e da fiducia all’umanità ….Signore aumenta la mia fede e fa che ogni giorno impari ad essere dono ,arte mai senza termine .Di cuore ricordo la festa del nostro Villaggio Gabrieli

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  2. Sr Rita

    Mi piace tradurre la frase :servo inutile…in Ho fatto quello che dovevo fare per essere me stesso. Pertanto condivido molto il commento di don Sandro. Aver fede nell’umanità permette di realizzare il capolavoro che Dio ha visto in me quando mi ha creato. E lui stesso mi rende capace. Buona festa al Villaggio Gabrieli, mia ex casa.

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  3. Elena

    Credo che la fede sperimenti se stessa ogni giorno, proprio nelle piccole e grandi cose di tutti i giorni! E credo che sia bello coricarsi ogni notte restituendo a Dio Padre, tutto quello che ho potuto fare in quel giorno, affidando a Lui e alla Sua Provvidenza, tutto quello che ancora non sono riuscita a fare…. A volte è come se il Signore mi dicesse, non preoccuparti, ce n’è anche per domani. Lui ha fede in me, in noi…. ed è bello camminare così, giorno dopo giorno, sotto e dentro il Suo sguardo….
    Prego con gioia per il Villaggio Gabrieli!

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