domenica 4 settembre

di | 3 Settembre 2016

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In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Commento

Potremmo dire che queste sono le condizioni fondamentali per essere discepolo di Gesù. Sono condizioni radicali, che vanno alla radice della questione. La prima è definita come: se uno non mi ama più di quanto. E qui entrano in gioco gli affetti, padre, madre, figli, la propria vita. A volte gli affetti e le relazioni di qualsiasi tipo ci legano a un qualcosa che ci impedisce di amare liberamente. Pensiamo a quando una madre lega a se il suo figlio. Questo è solo un esempio per dire come a volte ci si lega in maniera così complessa che non si è più liberi di amare in pienezza. Se imparo invece ad amare Dio sopra tutto vuol dire  imparare ad amare liberamente e gratuitamente perché lui ama senza legare. La seconda, porta la croce, cioè vivi fino in fondo la tua storia, il tuo progetto, la tua vocazione ben sapendo che questa fedeltà è anche la tua croce.  La croce qui è l’atto di rimanere fedeli a quello che siamo, è il gesto non del provare, ma dello stare, come Gesù è rimasto nella sua vocazione fino alla croce. Non ha provato a fare il messia, ma è stato messia. E per finire fai bene i conti. Cioè impara a discernere bene le azioni che fanno la fedeltà alla tua vocazione e misura bene le tue forze per sapere dove puoi arrivare per realizzare te stesso in relazione a Dio e all’umanità.

Preghiamo

Preghiamo per mio Zio Giuseppe che oggi ha ricevuto l’olio santo.

3 pensieri su “domenica 4 settembre

  1. Elena

    Ieri ero al matrimonio di amici e il parroco ci riportava la riflessione sul comandamento dell’amore, quello per Dio e quello per l’ uomo. L’amore, chiave di vita senza quale ci si spegne e si muore dentro. Gesù ci chiede l’amore per il Padre, come amore prioritario. Un amore che è, diventa e resta la fonte stessa dell’ amore. Un amore che illumina, riempie, libera, nutre profondamente l’essere umano, prima di ogni altro amore. Ma è un amore esigente, un amore che permea ogni nostra relazione, un amore che apre, non chiude, si espande anche in termini di complessità e gratuità. Non è facile, Signore, amarti come tu ci ami, siamo solo esseri umani imperfetti e limitati. Allora insegnaci ad amare di più e meglio, a spenderci sulle nostre piccole e grandi croci, accettandole come tu hai accettato la Tua.
    Mi unisco alla preghiera per zio Giuseppe e per chi affronta con coraggio la propria vita.

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  2. sr.Alida

    Se uno viene a me e ….portare la croce ….fare bene i conti…..Condizioni radicali per seguire Gesu’ ,che prendono tutto il nostro vivere,tutta la nostra persona,le varie relazioni ,un cuore libero e sincero,chiedono la motivazione per cui imparo ad amare…E da chi imparo ?Se imparo dal Signore porta la croce..:,come vivere fino in fondo la propria storia e l’essere fedele alla vocazione :fedeli a quello che siamo ,LO STARE,come Gesu’ è stato sulla croce.Fare i conti :imparare a discernere quali azioni servono di piu’ per essere fedeli nel cammino.Aiutami ,aiutaci a non amare le mezze misure …prendici così come siamo ,facci camminare con Te…per imitarti almeno un pò da creature quali siamo noi.Prego per zio Giuseppe e per le intenzioni che portiamo in cuore.GRazie dn Sandro per questa spiegazione della Parola .

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  3. sr Rita

    SE uno viene me….Il Signore non obbliga nessuno ad andargli dietro, ma a chi ha questo desiderio e disponibilità indica il cammino che si origina nell’amore. Un AMORE ricevuto e un amore condiviso. Non si tratta di fare la scaletta: prima Dio, poi la moglie…l’amico…Dio è il senso dell’amore per il marito, per l’amico…Dio è il motore, la ragione, la motivazione che ci permette di amare e trovare nell’amore stesso la nostra Gioia. Preghiamo per chi fatica a riconoscere questa ORIGINE e si arrabatta nel fare la scala volontaristicamente. Che zio Giuseppe si senta avvolto dalla tenerezza di Dio e dei suoi cari. Preghiamo anche per 4 seminaristi della nostra diocesi di Uniao da Vitoria che ieri sera hanno ricevuto il Diaconato.

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