domenica 26 agosto

di | 25 Agosto 2018

san alessandrosolennità di Sant’ Alessandro patrono della città e della diocesi – dal Vangelo secondo Giovanni                                                                                                                                   

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda».

Commento

Desideravo concludere il commento al cap. 6 di Giovanni sul pane eucaristico che da qualche domenica ci fa compagnia, ma la solennità del nostro patrono ci impone un’altra liturgia e altre letture. Ed ecco allora due brevi riflessioni. Celebrare e ricordare il patrono significa ricordare le radici, le origini di una storia di fede e di cristianità come quella della nostra diocesi. Ricordare le radici non vuol dire pensare al passato, riproporre un passato, rimanere in una forma celebrativa e di festa che guarda solo al passato. Ricordare le radici vuol dire dichiarare che anche noi oggi siamo innestati su quelle radici, che senza radici non possiamo dare frutto, che le radici con la loro linfa lanciano una pianta verso l’alto. Le radici ci aiutano a guardare al futuro. Ed ecco la seconda riflessione: anche sant’Alessandro, soldato della legione Tebea di stanza a Verona, aveva trovato le sue radici: Gesù Cristo. Per l’uomo Gesù, Alessandro fa una scelta coraggiosa, sceglie il Signore e rinuncia all’imperatore, consapevole che questa scelta voleva dire la sua morte come martire della fede. Alessandro, come tanti altri non torna indietro e viene condannato a morte, dall’imperatore Massimiano. Coraggio della fede, di stare radicato nel Signore. Oggi prego per me che porto il nome di Alessandro perché possa essere degno di questo nome e prego per la chiesa di Bergamo, perché messo le radici nel Signore, possa trovare il coraggio della testimonianza del vangelo della misericordia e della carità.

Preghiamo

Chiedo una preghiera per me e per la nostra chiesa

 

3 pensieri su “domenica 26 agosto

  1. srAlida

    Rimanete nel mio amore …rimanere forse riuscirò a rimanere nel Suo amore è così nuovo questo versetto ogni volta,,ma non saprei mai dare la vita come i martiri…..Signore dove andremo Tu solo hai parole di vita eterna e crediamo che sei il Figlio di Dio….Una cara preghiera al Signore per te don Alessandro e per la chiesa di Bergamo ove anch’io son nata .rimangano
    sempre e nonostante tutto le radici auguri don ti ricordo e prego .

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  2. . Elena

    Prego per te, don Sandro e per la nostra chiesa. Io non so amare come Gesù, ci provo soltanto ed i miei mezzi sono proprio piccoli e poveri. Però la gioia di questi tentativi, a volte un poco rozzi e grezzi,è sempre molta, riempie la vita. E sono certa che ciò che io non riesco a portare a compimento, lo completa il Signore, che chiama e sceglie ciascuno di noi.

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  3. sr Rita

    Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
    I questo COME sta la bellezza dell’amore di Dio, per Dio, tra noi.
    E in queste radici dell’amore, in questo giorno di ritiro che sto vivendo in Curitiba, affonda anche la mia preghiera per la chiesa di Bergamo, per te Don Sandro, per la tua testimonianza che a volte ha il sapore del martirio. Ciascuno segue e testimonia Dio nella sua situazione di vita nel suo tempo. Che per tutti ci sia la forza dello Spirito che rende capaci di cose buone.

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