domenica 22 giugno

di | 21 Giugno 2025

Solennità del Corpo e Sangue di Cristo – Luca 9,11-17

Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”. Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Commento

In questa solennità del Corpo e Sangue di Cristo ricevo un messaggio. Arriva direttamente da Gaza. Dice così: corpus domini 2025: nutrici e difendici. Nutri con il pane che tu hai moltiplicato chi non ha pane e chi viene ucciso per prendere un pezzo di pane. Poi mi fermo un attimo e mi dico che questa è la festa dell’eucarestia e allora forse devo scrivere di altro, del valore della messa, del corpo di Cristo. Ed invece no. Mi sembra che il vangelo dice cose interessanti al riguardo: Gesù si prende cura di chi ha bisogno. Gesù è colui che dona il pane, condivide il pane. Non come i discepoli che subito obiettano: non abbiamo pane a sufficienza. Mi sembra allora che il vero miracolo eucaristico è questa condivisone del pane e questa benedizione del pane che poi viene distribuita a tutti. Questo mi sembra il senso del celebrare e vivere la messa. E allora ha significato autentico quella frase: nutrici  e difendici. Gesù si presenta a noi come corpo donato questo dobbiamo imparare dalla messa: corpo donato. Quel pane eucaristico è una contestazione continua al nostro modo di vivere, alle attenzioni così premurose per star bene, al nostro risparmiarci dalla fatica, al nostro rifuggire da ogni responsabilità verso gli altri. Il Signore, nell’ostia e nel vino consacrati, ci mostra esattamente una concezione opposta.  Ci mostra la via della condivisione e del dono.

Preghiamo

Preghiamo per chi non ha pane.

4 pensieri su “domenica 22 giugno

  1. sr Alida

    Aiutaci Signore a vivere e a imparare l’arte della dimensione della condivisione e del dono. Grazie Signore per il dono del Battesimo, che come oggi ricordo, grazie del dono del Tuo pane all’Eucarestia. Mi unisco alla preghiera per chi non ha pane.

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  2. Claudia Isabella Curti

    Signore dona pane e farina a tutti gli affamati del mondo, fa che non ci stanchiamo mai di donare noi stessi ai fratelli.

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  3. Betty

    Corpo e sangue.
    Lascio una citazione dall’omelia di don Paolo Scquizzato
    (Come spesso accade le sue parole molto provocatoria):

    “Prima di farsi ostia, Dio s’è fatto carne, e quindi ogni carne.
    Va da sé che maltrattare un essere umano significa profanare il medesimo Corpo di Cristo, il Dio-con-noi, e in- noi.
    Va da sé che i veri e più preziosi tabernacoli saranno i corpi martoriati dei poveri, le carni consunte dei profughi, degli esclusi, degli allontanati e degli abbandonati.
    Adorare e venerare un’ostia consacrata e poi calpestarla, denigrarla e rigettarla nel fratello può dirsi cristianesimo?”
    Parole forti. Che scuotono.
    Ma Gesù è stato questo. Gesù è questo.
    Date voi stessi loro da mangiare.

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  4. Lupetto

    Intorno alla mensa nutriti dell’Eucaristia impariamo a condividere, accettare, a leggere nel Vangelo di Gesù l’unica strada che ci può portare alla vera pace, dove possiamo riconoscere chi ci sta di fronte. Io prego perché senza pregiudizi si riconosca la storia che ci precede.

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