domenica 14 giugno

di | 13 Giugno 2020

solennità del Corpo e Sangue di Cristo – Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».  Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»

Commento

L’ultima cena di Gesù con i suoi, ha avuto come significato fondamentale quello di ‘ultimo saluto, prima del precipitare degli eventi. Intorno a un tavolo con quelli che ha scelto, Gesù parla e compie gesti perché i suoi non dimentichino il loro impegno per il bene degli uomini. In pochissime parole e in un gesto fondamentale. Gesù concentra anni di predicazione e segni straordinari: ciò che salva è il dono di sé per il bene dell’altro, sino alle sue estreme conseguenze. La cena di Gesù è quindi, essenzialmente, un rito commemorativo: facendo memoria del nucleo fondamentale del Vangelo, lo si rivive incarnandolo nell’oggi. Gesù infatti in quella cena parlò di memoria: “fate questo in memoria di me”, il ché non vuol dire ‘moltiplicate le messe in memoria di me’, perché l’eucaristia non potrà mai essere semplice rito celebrativo-consolatorio. La cosiddetta ‘messa’ non è un atto auto celebrativa. Il suo significato essenziale si compie solo se realizza un’uscita di sé verso l’esterno, un dono di vita. Altrimenti la si riduce a puro atto magico. ‘Fate questo in memoria di me’, significherà dunque, “se siete miei discepoli vi metterete a servizio degli uomini donando voi stessi come ho fatto io, versando il ‘sangue’ (ossia la vita) e spezzando il corpo come pane”. La festa del ‘Corpus Domini’, non è semplice ricordo del ‘mistero eucaristico’, e neanche atto cultuale per rendere gloria a Dio, il quale non ha bisogno certo della nostra gloria, ma memoria, ricordo del ’dono di sé’ che Gesù visse, e al contempo memoria dell’essenza del nostro essere discepoli: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
preghiamo

Preghiamo per tutti i poveri che non hanno pane.

3 pensieri su “domenica 14 giugno

  1. Elena

    Questa mattina sono passata dalla chiesa parrocchiale del mio paese. L’ho trovata tutta riorganizzata per il distanziamento sociale. Non l’avevo ancora vista in questa veste.La chiesa è una casa comune. La nostra è grande e contiene molte persone. Domani vorrei andare alla messa. La cosa che mi preoccupa è: ci sarà un posto per ciascuno? Basteranno le sedie per le tante persone anziane che vengono alla messa delle otto? Poi il Santissimo esposto mi ha assorbita completamente. Una grande gioia, una grande pace. Sì, ci sarà un posto per ciascuno, perché al tavolo di Gesù c’erano sempre tutte le tipologie di esseri umani. E anche oggi è così… Gesù è per tutti, comunque, sempre. Prego per tutti i poveri cui manca il pane e per tutti gli uomini cui manca Dio.

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  2. sr Alida

    L’Eucarestia non è un semplice ricordo del dono e della vita di Gesùil suo dono per il bene dell’altro ,grazie per avercelo ricordato don . Eucarestia come incontro e dichiarazione di amore per ciascuno,Gesù nel suo dono totale vuole stare nelle nostre mani,nella nostra bocca ,nel nostro cuore ,con semplici segni quotidiani vuole stare nella nostra fragile vita,dall’infinita preziosità cui sorvoliamo spesso ,eppure è la gioia di un incontro concreto .Più fortunati della gente di allora che doveva cercarlo e noi lo abbiamo a portata di mano Gesù ci riconsegna il valore della sua presenza che sa riempire ogni solitudine e sofferenza (sto leggendo anche altro commento ) Quell’esserci per te,e con te sempre ,non vedi ,ma senti è una qualità di Dio …L’amore non è sentire la mancanza ,ma percepire la presenza ,al di là di tutto e comunque ,Mi unisco alla preghiera per i poveri che non hanno pane e per chi manca la presenza di Dio .

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  3. Sr. Rita

    Qui da noi la festa del Corpus Cristi è stata giovedì. Ma essendo in distanziamento sociale tutto è stato ridotto. Messa in cattedrale col Vescovo e 6 Sacerdoti e una ventina di fedeli tra cui 2 suore, noi. Anche se di potrebbe entrare in chiesa il 30% della capienza la gente ha paura e non arriva. Allora mensa c’,e posto per tutti, è vero, ma il Signore ha molte mense per nutrirci. Io amo pensare che Rucsredtia è anche la mia povera vita che accoglie, ascolta, serve abbraccia, nutre, sorride. Anche oggi qui in Brasile, in mezzo s questa epidemia che stravolge non solo i riti ma la vita tutta vivo ol Corpus Cristi assieme alla mia gente in “vicinanza sacramentale.

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