Don Roberto ha scritto i suoi libri. Li ha scritti quando si è ammalato. Come era naturale si è fatto aiutare. Ma c’è un libro che è come rimasto nella sua testa e nel suo cuore. Non è mai stato scritto e di conseguenza nemmeno pubblicato. L’aveva più o meno pensato così: io che sono un prete malato e che sono sempre fermo in casa vedo voi che correte tutto il giorno. Pensieri di un prete che osserva le nostre corse quotidiane. Sono andato così di corsa in questi giorni che mi sono alla fine perso e non solo perso, ma stanco nella testa e nel cuore. Come del resto siamo tutti noi. Il primo sguardo con cui vorrei guardare queste nostre corse è quello di Dio Padre creatore, probabilmente ci direbbe: Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, una sola è la cosa importante. Bel pensiero, ma io so che devo correre tutto il giorno e che settimana prossima sarà uguale a quella appena trascorsa. Mi soffermo meglio su questa parola, ma che cosa è la parte migliore? Maria stava ai piedi di Gesù, era discepola che imparava da Gesù. Il problema non è stare immobili senza preoccupazioni, ma stare nell’atteggiamento di chi ha da imparare da Gesù, sempre in qualunque occupazione della giornata. E poi c’è lo sguardo di don Roberto. Che cosa pensava del nostro correre. Forse ci guardava, sorrideva un po’, portava un po’ di nostalgia nel cuore perché lui non poteva più correre, ma soprattutto ci accompagnava con il suo ricordo costante. Lo sapeva bene che il mondo è fatto per chi va di corsa, ma già quel ricordo era importante per tutti noi che andavamo sempre di corsa. E per finire il mio sguardo. Be non c’è molto da dire, sogno di fermarmi un attimo e poi mi rendo conto che la realtà mi chiede di correre; sogno di cercare l’essenziale ma non ci riesco a lasciare perché alla fine tutto è importante e allora vada di corsa preoccupato e agitato. Mi chi di noi non va di corsa preoccupato e agitato? scrivetelo pure e datemi la ricetta dell’essenziale e della tranquillità.