Quando faccio le cose di corsa mi escono male. Penso che succeda così a tanti. E quando nella mia testa ci sono mille pensieri tutti diversi ancora mi escono le cose male. E quando il cuore è carico di emozioni complesse e disparate mi escono le cose male. Eppure succede così, ci sono dei giorni che è proprio così. E ieri è stato uno di quei giorni. E alla fine le api mi hanno reso il conto della mia fretta, della mia confusione , della mia carica emotiva e mi hanno lasciato un bel segno, un bel pungiglione che ha gonfiato un occhio. Non è colpa delle api, forse nemmeno mia. ma alla fine fretta, confusione e altro ancora hanno provocato un bel disastro. Sto bene. tutto ok direbbero i ragazzi. ma da questo fatto è nato come una piccola riflessione. Non sono io lo specchio di me stesso. L’altro diventa lo specchio della mia vita. le api sono state oggi lo specchio della mia vita. io credo di essere autosufficiente ed invece ho bisogno sempre di qualcuno che mi fa da specchio, che mi dice dove sono e come fare le cose. il diritto e il rovescio: ascoltare me se stesso e lasciare che l’altro diventi lo specchio della mia vita. so che fa male quando l’altro diventa specchio perché sicuramente non mi rimanda il bello della mia vita, anche se a volte lo fa. In genere l’altro rimanda la verità della mia vita e questa verità non fa sempre bene. Troppe volte io vedo solo un aspetto della vita, della storia, delle persone. E quando guardo solo un aspetto alla fine non ci capisco niente. È questo l’atteggiamento che purtroppo spesso domina ai nostri giorni, quando non si ascolta mai l’altro con le sue ragioni, quando si grida la propria convinzione in modo prevaricatore, quando non si ha rispetto della pur piccola particella di verità che ciascuno custodisce. Quante volte ci siamo guardati allo specchio, solitamente per registrare lo stato esteriore del nostro viso: una ruga in più, un segno di decadimento. Le donne (ma non solo), quando si devono truccare la faccia, si scrutano in ogni centimetro quadrato. Eppure, talora, in quel dialogo muto con noi stessi davanti allo specchio, può scattare quella «domanda antica come il mondo: chi sono?». Il diritto sono io che mi auto specchio e di conseguenza mi auto giustifico, il rovescio sono gli altri che mi rimandano chi sono io. Anche un ape, o tante api possono diventare uno specchio per me.