Immagini, volti dialoghi, piccoli lavori, il tutto composto in un collage. Così è stata la mia giornata, trascorsa tra orto, incontri, saluti di chi va in ferie, incontri di chiarimento, piccole parole di consolazione. Il tutto in una giornata vissuta al massimo. E alla sera non riesco a scegliere niente. Guardo i titoli dei giornali, ovviamente si esaltano gli italiani a Tokyo, 3 medaglie d’oro in un giorno non era mai successo. Mi colpisce una foto. Un collage, un fotomontaggio: si vedono tutti gli italiani che hanno vinto una medaglia in queste olimpiadi. Rimango folgorato: la mia giornata è stata così. Un collage di mille volti, tutti impressi in un’unica foto. E non vado a cercare la migliore, le tengo tutte così, in questa composizione di volti e di emozioni ci stanno proprio tutti. Nessuno è più importante di altri. E da questo collage nascono una serie di considerazioni. Non esistono confini agli incontri, alle scoperte, alle intuizioni. Mi chiedo se la chiesa in questo tempo post covid diventerà capace di comporre collage dai mille volti, dalle mille storie o se invece riprodurrà le solite immagini monocromatiche, monotematiche, mono di tutto. Dai un po’ di coraggio a mescolare volti e immagini!!! Lo so che è pericoloso, lo so che si rischia di fare una grande pasticciata, ma proviamoci almeno una volta. È il tempo opportuno. Guardo quella foto con tutti gli atleti: colori diversi, storie diverse, appartenenze diverse, dentro un unico fotomontaggio. Esistono dei programmi straordinari, scusate adesso le chiamano applicazioni, che realizzano queste composizioni fotografiche. Noi credenti non abbiamo applicazioni, abbiamo invece una narrazione che ha fatto un collage del mondo intero, anzi dell’universo intero, è la parola sacra che narra storie di uomini che cercano Dio e di un Dio che cerca l’uomo. questa parola sacra non ha scritto di dogmi e verità, ma ha composto collage di una bellezza unica. Coraggio allora torniamo a narrare storie di uomini e storie di Dio e componiamo collage bellissimi con i volti di tutti. È chiaro che nel collage con tutti gli atleli che hanno vinto medaglie i volti sono tutti sorridenti. È chiaro che nelle interviste tutti sono felici, magari dichiarando che per arrivare a quel giorno hanno fatto un sacco di sacrifici. Ma il collage deve rappresentarli tutti felici. In quel collage che la parola sacra ha costruito narrando storie non ci sono solo volti che sorridono, ci sono i volti del dolore, della gioia, dell’odio e dell’amore, del guerra e della pace, del dono e dell’egoismo, del perdono e della vendetta. La parola sacra ricompone tutto e tutto consegna a Dio Padre. La chiesa saprà ricomporre in un unico collage tutti i volti di tutte le storie umane, di tutte le gioie e le sofferenze del creato e poi riconsegnarle a Dio e alla verità della loro vita?