c’era una volta il mercoledì

di | 10 Settembre 2020

Il mio amico dice che sono indietro di un giorno. Ed ha ragione, in effetti oggi è giovedì, ma volendo seguire l’ordine dei giorni della settimana è chiaro che mi trovo in questa situazione di sfasatura. Dovevo scrivere la domenica del lunedì ed invece ho scritto del lunedì, proprio il lunedì, poi però voi leggete il martedì e quindi sono sfasato nei giorni.  Di fatto io sono sempre un po’ sfasato in tutte le cose che faccio e quindi, anche se il mio amico ha ragione, c’era una volta il mercoledì… caro amico che mi hai fatto notare questa cosa fai uno sforzo di immaginazione e pensa, mentre leggi di essere al mercoledì. Sono a metà strada della mia settimana. Ci sono ancora tante cose da fare, ma sono già con l’agenda a prendere impegni per la prossima settimana, questa ormai è andata; se non voglio fare confusione, come di certo la farò, devo dire, ci vediamo settimana prossima e mi sentirò dire, ma che uomo impegnato. Vorrei sapere chi di voi è così preciso da non sfasare con le cose da fare.  Non sono più impegnato più di tanti altri, ma vorrei lasciare spazio nella mia giornata anche per altro: un po’ di silenzio, un po’ di lettura, un po’ di amici, che poi non vedo quasi mai. E quindi il mercoledì mi dice: stai attento che per questa settimana è finita, passa alla prossima. Io non so come fanno quelli che sono super impegnati in mille questioni. Io mi perdo con 4 cose da fare. Forse dovrei riprendere quel sano principio che mi diceva un vecchio sacerdote saggio e psicologo: dei robusti no e dei sani sì. Ma c’era una volta il mercoledì a metà del guado della settimana. Il mercoledì è la mezza settimana ed è il dio mercurio, signore degli affari, dei commerci, messaggero degli dei, veloce come il vento, agile nelle parole che a volte sono inconsistenti come quel tipo di vento che da solo fastidio. È anche amico degli scaltri, degli avvocati, dei mercanti. Insomma, il mercoledì lo collego a tutto quanto sa di umano commercio, affare, viaggio e scaltrezza. Ci ho pensato su un po’, ma io nei mei mercoledì non mi ci ritrovo in tutto questo. Non sono veloce e inconsistente come il vento. Non sono dedito ai commerci, magari un po’ scaltri. Forse in una cosa mi sento vicino al mercoledì. In quella cosa che dichiara che io devo saper negoziare, cioè devo negare a me stesso l’ozio. Devo saper trafficare. Sì, il mercoledì mi ricorda che la mia vita va trafficata, spesa, negoziata. Mi sono stati dati dei talenti e non voglio metterli sotto terra, nasconderli, li voglio far fruttificare, anche a costo di sbagliare. Son un trafficone sfasato, e come vorrei vedere l’uomo trafficare a fin di bene, per il bene comune e non solo per produrre e consumare. Vorrei che fosse elogiato il negozio onesto e non invece quello stolto. Vorrei veder negoziare i beni della terra a favore di tutti e non solo per qualcuno. E così il mercoledì della creazione racconta che: 9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. 10 Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Quante cose ha trafficato, negoziato, il terzo giorno Dio nella sua opera di creazione. Terra, mare, germogli, erbe, alberi. Una sinfonia di cose buone e belle. Una girandola di colori, di specie di semi, una maestosità di vita bella. Ecco immagino così i miei mercoledì una sinfonia di cose belle da trafficare, da negoziare con gli altri, per gli altri e insieme agli altri.

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