cammini

di | 30 Maggio 2022

lo dichiaro in anticipo: ho anche buon tempo. Un giro intero nell’orto è un bel giro, ci vuole il suo tempo per percorrere tutto l’orto. Ci sono da visitare le piante da frutto, gli spazzi con tutti gli ortaggi, i cassoni con le insalate e i ravanelli. Poi  ci sono le fragole, i lamponi, le more e sul fondo c’è l’erba alta che è pronta per ricevere la visita dei cavalli. Ci posso aggiungere anche un passaggio tra le api, magari con un po’ di attenzione a non farmi pungere. Se a tutto questo ci aggiungo anche un pezzo di strada che scende fino al santuario devo dire che è proprio un bel giro. Mi pare di vedere il mio amico Renzo che sorride, lui che ad una certa età (che non si dice ma supera i 60) ancora ieri si è fatto 25 km di corsa. E sì faccio dei piccoli giri. Ma lo scopo non è quello di correre, è un altro. È quello di raccogliere idee, di lasciar andare la mente, di guardarmi in giro. Magari anche quello di sentire il profumo della lavanda, del timo, del sambuco. O ancor meglio quello di vedere le zucchine che mettono i primi fiori, i pomodori che hanno bisogno del loro sostegno, le fragole che riempiono di rosso un pezzetto di orto. Cammino e osservo, cammino e parlo con me stesso, con l’orto, ma soprattutto ascolto e parlo con il buon Dio, quel Dio che mi accompagna sempre e che io al contrario non accompagno sempre. Cammino e tocco con i miei piedi la terra, la calpesto, l’assecondo nel suo ruvido terriccio che a volte diventa dolce perché è coperto di erba. A volte cammino con le scarpe, a volte a piedi nudi, altre volte con i sandali. Ma cammino. Una agenzia viaggi non potrebbe organizzare un viaggio più affascinante di quello che io faccio nel mio orto. Per me il cammino nell’orto è il cammino nel mondo. A volte mi segue anche il gatto faraone, mi segue per un attimo e poi se ne va a fare il suo giro. Nell’orto quando cammino preferisco andare da solo. Quando ci lavoro buona cosa essere in tanti. Ma il nostro lavoro nell’orto è proprio lavoro? nell’orto mentre cammino nascono storie. Cammino e nascono preghiere. L’orto a volte è la mia cattedrale. Non disdegno la chiesa, la cattedrale, ma l’orto mi da l’idea del velo squarciato del tempio, dell’adorare in spirito e verità. Non riesco a dire di che stile è il mio orto: classico, gotico, romano, moderno. Forse sfugge ad ogni stile perché lo stile lo fa chiunque entra in quel pezzo di orto. Cammino e racconto storie e recito preghiere

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