Ho scelto questa splendida foto con il pizzo Rotondo e la val bedretto sia per la bellezza della foto, ma anche per un piccolo fatto che mi è capitato ieri, domenica pomeriggio. Dopo il pranzo con il don Michele, sr Lidia e Ottavia avevo un paio di ore libere e quindi mi sono deciso per fare due passi a piedi. Sono salito fino a Blello e poi ritorno. Mi sono accorto che incominciano a cadere le prime foglie dalle piante. Anche se la giornata era calda, le foglie ingiallivano e cadevano. Siamo solo all’inizio della spoliazione autunnale delle piante, ma il fenomeno sta già iniziando. Mentre camminavo in silenzio la parola che mi girava per la testa era caducità. Non mi piace questa parola, ma era l’unica che mi passava per la testa. La caducità delle foglie, della vita, del mondo. Guardavo don Roberto negli ultimi mesi della sua vita. Era un corpo destinato alla caducità. Lentamente si spegnava quel corpo protagonista di mille avventure per montagne. Forse è per questo che non mi piace la caducità. Era così anche per il corpo di mio padre, lentamente si spegneva. Oppure di mia madre ancora in vita, ma con un corpo che si chiude lentamente. Quelle foglie che cadevano mi riconducevano alla caducità del corpo umano. Le avevo viste in estate quelle foglie ed erano bellissime, le rivedo ad ottobre e sono malinconiche, sono caduche, destinate alla madre terra. L’autunno è la stagione che amo di più, perché porta con se un po’ di malinconia. Don Roberto non è mai stato malinconico, io sì e molto. E allora quelle foglie che cadono mi appartengono nel profondo. Quel ritorno alla madre terra è di ogni uomo e di ogni donna. Don Roberto lo aveva capito benissimo, tanto che si era preparato con la sua solita precisione, con la sua solita tensione come quando andava sulle grandi vette. Credo che don Roberto di fronte alla caducità del suo corpo ha messo in atto un operazione di questo tipo: ha saputo, nel tempo che scorreva ogni giorno, imparare ad apprezzare i dettagli più piccoli che la vita gli regalava, in modo che la caducità potesse diventare il tempo del raccoglimento e del ringraziamento di fronte al mondo e alla vita. La caducità del corpo in lui non aveva prodotto malinconia, ma una bellezza tutta nuova. Con questi pensieri per la testa guardo le prime foglie cadere e mi dico che il bosco in autunno non è melanconico, ma ha una sua bellezza melanconica, ma comunque rimane bello.
spero tanto che il Signore riservi anche per me una piccola dose di questa intelligenza spirituale di don Roberto