bianco

di | 7 Giugno 2021

Ci siamo: siamo vicini al colore bianco, qualcuno ci è già arrivato, Noi dobbiamo aspettare ancora qualche giorno, ma quando arriverà tutto tornerà normale. Una delle frasi che sento di più in questi giorni è: voglia di normalità. E il colore bianco ci dirà che siamo tornati normali. Calma, ci vuole molta attenzione nel dire che tutto torna normale. Il bianco mi ha suggerito una serie di semplici riflessioni. La prima la prendo da un bianco artistico. Il bianco della croce di Chagall. Non è sicuramente un bianco di normalità, ma un bianco di tragedia, di dolore, di memoria di una immane sconfitta dell’uomo. La ‘Crocifissione Bianca’ fu realizzata da Marc Chagall dopo la Notte dei Cristalli. Rappresenta un grido ancora attuale contro la follia dei nazisti e di tutti gli estremisti. Io vedo in questo bianco una memoria, la memoria viva di una tragedia. Penso che la prima cosa che dobbiamo fare pensando al tempo che verrà, sarà quella di avere un bianco carico di memoria per tutto quello che è successo in questo periodo tragico che è stato la pandemia. Memoria di chi ci ha lasciato, memoria di chi si è speso a favore di, memoria di tutte le sofferenze famigliari, lavorative, scolastiche, sociali. Che l’ingresso nel colore bianco non sia soltanto lasciarsi alle spalle un passato e tornare come prima. Dobbiamo ricordare, fare memoria. Non mettendo targhe, non istituendo apposite giornate, forse piantando piante. Fare memoria vuol dire tenere nel cuore una tragedia, e cercare di prendere questa tragedia come occasione di fraternità. Questa è la memoria di cui abbiamo bisogno. Scrive Chagall di quel Cristo in croce bianco “Non hanno mai capito chi fosse veramente questo Gesù. Uno dei nostri rabbini più amorevole che soccorreva sempre i bisognosi e i perseguitati. Gli hanno attribuito troppe insegne da sovrano. È stato considerato un predicatore dalle regole forti. Per me è l’archetipo del martire ebreo di tutti i tempi”. Il bianco ci ricorda il martirio di Gesù sulla croce, ma anche ogni martirio. Quando tutto sarà passato dovremo conservare questa memoria. Non potremo solo tornare spensierati uomini e donne che dimenticano tutto perché hanno davanti tutto il futuro. Nel dipinto vi è una grande scala, appoggiata contro la croce. È forse un invito a scendere dalla croce, per porre fine alla violenza e alla sofferenza? In questa tragedia, Cristo, l’oltraggiato, il perseguitato, l’accusato senza colpa, accende sulla croce una speranza. È il giusto sofferente che conduce l’uomo all’attesa di una salvezza, attraverso il dolore. Prefigura una rinascita, una riconciliazione, un riscatto. La sua presenza sospende la disperazione. La devastazione provocata da questa apocalisse non può prendere per sempre il sopravvento. Il bianco sarà un bianco carico di memoria e di speranza.

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