Barre des Écrins

di | 29 Ottobre 2021

il titolo che ho messo a questo pensiero è il nome della montagna raffigurata nella foto. Stava nell’archivio di don Roberto nella cartella dal nome singolare “belle” ed è proprio una bella foto. Guardo questa foto e non posso fare a meno di sentire che nel mio cuore nascono come due sentimenti che portano il nome di abbraccio e anfiteatro. La montagna con il suo ghiacciaio si apre come un anfiteatro e gli scalatori stanno entrando lentamente in questo anfiteatro naturale. Lo percorreranno tutto fino in cima, almeno così penso io. È luminoso questo anfiteatro, e di una bellezza unica perché così lo ha regalato a tutti noi il Namas quello della creazione. Don Roberto ne rimaneva come incantato, estasiato, ammirava l’anfiteatro nella natura e ci si immergeva fino in fondo in ogni sua arrampicata. C’è un anfiteatro che è quello della vita umana, delle vicende umane, e io ho deciso da molto tempo di immergermi in esso fino in fondo. A volte è un anfiteatro bellissimo, altre volte complesso, e altre inaccessibile. Eppure ci voglio star dentro e come vorrei che la chiesa intera si potesse immergere fino in fondo in questo anfiteatro che è la vita e il mondo. Un immersione silenziosa, di ascolto, non di proclami; un’immersione umile e ascoltante. Ed invece anche ieri di fronte alla bocciatura del decreto Zan ha perso la sua buona occasione per stare nel mondo in maniera ascoltante e silenziosa e forse ha detto troppo, facendo del male a tanti che già soffrono. Una montagna come quella della foto si sale in silenzio; nella vita si sale in silenzio. Taci o chiesa che tanto amo, oppure ascolta. La seconda parola che sento è abbraccio: quella montagna sembra avere due grandi mani che abbracciano, accolgono coloro che salgono e che fanno fatica a salire verso la vetta. La chiesa abbraccia tutti però chiede a qualcuno di non salire per ricevere lo stesso abbraccio. La chiesa chiede a tutti di sedere al tavolo della mensa poi però chiede a qualcuno di mangiare su un altro tavolo. Cara chiesa esci da queste ambiguità, difendi chi soffre e abbraccia chi sembra stare alle frontiere della vita. Cara chiesa non abbracciare il potente di turno, abbraccia l’umanità intera, perché è troppo bello l’abbraccio di questa montagna. Abbraccia chi viene messo all’angolo della vita e se una legge non approvata non sa difendere l’uomo e la donna, tu chiesa diventa il suo difensore.

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