abbattuto

di | 15 Maggio 2021

A volte a tavola a mezzogiorno con i ragazzi e con gli adulti presenti succedono delle piccole cose. Sono cose che in apparenza non hanno valore, ma che se vengono intercettate, prese al volo e rimesse in gioco possono far nascere discussioni, pensieri profondi o leggeri, a volte anche solo suggestioni. Lo so che da noi la cosa che abbiamo in mente tutti è quella di finire presto il pranzo, di bere un caffè, fumare una sigaretta e poi  dopo un po’ di riposo,  la pulizia della casa riprendere a lavorare. In genere io ci tengo che ci si possa fermare per un po’ a tavola, senza dover per forza scappar via. Certo bisogna saper prendere al volo le occasioni per rendere appetibile non solo il cibo, ma anche le parole che si dicono a tavola. Ieri è stato uno di questi momenti particolari, forse un po’ magici. La parola attorno  a cui è nata la riflessione è stata abbattuto. Tutto parte dal fatto che la pioggia ha abbattuto un albero che è caduto sulla strada. Ed io ho preso al volo la questione dell’abbattuto. Siamo andati a caccia dei tanti significati della parola abbattuto. E così salta fuori che non solo la pioggia ha abbattuto un albero, ma che a volte mi sento abbattuto nella vita, mi sento avvilito, triste, scoraggiato. Questo è stato il significato più conteso e ricercato tra di noi. Non ci piaceva molto invece quel senso di abbattuto che equivale ad abbattere un animale; qualcuno infatti ha affermato che gli animali non sono da abbattere. Un altro ha detto che a volte sono gli altri che abbattono la mia vita, che mi buttano giù quando mi fanno del male. E per finire, questa un po’ in bergamasco: mi butto giù a dormire. Su questa questione faccio due riflessioni. La prima riguarda proprio la questione dell’abbatterci. Quante volte nella vita mi lascio abbattere da un uragano che mi arriva addosso. Quante volte questo che io dico uragano è un semplice temporale che io ingigantisco a dismisura. Eppure riesce ad abbattermi, a buttarmi giù. E poi ce vuole per rimettersi in piedi. La seconda riflessione riguarda il fatto di come si può giocare sulle parole e far emergere significati tutti diversi tra loro. Credo che tutti dobbiamo e possiamo fare questo gioco: giocare con le parole, per arrivare al cuore delle parole Ma il miracolo più grande sta nel fatto che tutto questo è avvenuto a tavola, durante un pranzo e con un gruppo di persone un poco sottosopra a cominciare  da me. Il tutto è stato fatto con leggerezza, non superficialità; con una leggerezza che aveva il gusto di una ricerca di profondità.

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