insieme

di | 13 Aprile 2020

È il giorno del lunedì dell’angelo, di pasquetta. Lascio perdere tutta la questione del lunedì, della gita, di tutti quei riti che fanno parte di questa giornata. Mi lancio invece in un altro pensiero quasi a completare gli auguri di Pasqua di ieri. Andrà tutti bene e siamo ancora qui. Ma andrà tutto bene se, come dice il papa riconosciamo che “l’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai”. Andrà tutto bene ma riconoscendo che la salvezza non viene dai calcoli umani, ma viene dall’alto, da Dio. L’uomo da solo non ce la fa. È come se avessimo bisogno di un qualcosa che è fuori di noi per poterci salvare. Io chiamo questo qualcosa fuori di noi Dio Padre, che non è così fuori da me, ma è profondamente nel mio cuore. Ma c’è un secondo motivo per cui possiamo dire che tutto andrà bene. ci salveremo insieme o andremo a fondo insieme. Sempre il papa dice: Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Insieme in una nuova forma di fraternità. Questo tempo ci ha fatto capire questa cosa. La resurrezione non è solo del singolo corpo, ma del corpo intero che è il mondo, il creato. O tutto il creato è salvato, oppure il singolo, la singola nazione, il singolo gruppo, la chiesa da sola non si salva. Insieme è il futuro. Con la resurrezione di Gesù inizia l’avventura della chiesa, fatta fin dai suoi inizi di piccole comunità famigliari. Oggi siamo nella stessa condizione, ricominciare insieme come comunità dalla famiglia chiesa domestica. Questo vuol dire per esempio che una comunità impara a pensare, ragionare, agire, costruire, progettare in fraternità e non da uomini e donne singole. Poi ciascuno metterà il suo dono, la sua capacità, ma insieme risorgeremo.

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